A Monti e Trastevere torna il “panaro”: ma è per solidarietà
Ai tempi del Coronavirus la solidarietà corre anche sul cosiddetto “panaro”, come di diceva a Roma. Stiamo parlando del classico paniere calato dal balcone con una fune, affinché ”chi può metta, chi non può prenda”, emblema di quell’arte dell’arrangiarsi tipicamente partenopea ma diffusa un po’ in tutto il Sud per far fronte ai tempi di miseria. “O panaro”, (dal latino panarum che stava a indicare un paniere nel quale riporre il pane) stavolta, colmo di frutta e pacchi di pasta, è spuntato nel centro storico di Roma, nel rione Monti, in una delle stradine vicine al Colosseo, ma non solo lì.
A Monti e Trastevere il cestino solidale
Vuole essere il gentile omaggio di chi ha più disponibilità nei quartieri Monti e Trastevere (per ora) e vuol lasciare del cibo ai più indigenti che possono andare a ritirarlo per sfamarsi in questi giorni di emergenza da Covid-19. “Se hai fame qui c’è qualcosa per te”, si legge nel cartello fissato al cesto di vimini, dove con lo scotch è stato attaccato anche un piccolo portafoglio a forma di cuore per raccogliere soldi per una colletta solidale. In calce al cartello c’è la firma di alcuni “monticiani”, abitanti dello storico quartiere romano.
L’uso del paniere si sta diffondendo ovunque
Ma non solo Monti. Anche in un altro quartiere storico di Roma, Trastevere, è spuntato dalle finestre il tipico cestino di vimini che molti abitanti della zona ancora itulizzano per la spesa. La usa da anni Rodolfo d’Errico, che abita a Trastevere, che spiega: “A Roma, e soprattutto nei quartieri una volta popolari, il paniere era utilizzato perché in questi palazzi non c’è ascensore, e molte persone non potevano fare le scale più volte al giorno. In realtà ancora oggi continua a essere usato da qualcuno, e i negozianti della zona lo sanno”. E a quanto ne sappiamo, in questi tempi di coronavirus, l’utilizzo del paniere come veicolo di solidarietà si sta diffondendo: come ad esempio al centro di Cuneo, dove sui cestini c’è scritto: “Chi può lascia, chi non può prende”.