Cda Rai in stand by: si attende il Consiglio di Stato

Rai viale Mazzini

Ancora un nulla di fatto l’elezione dei quattro consiglieri del CDA per il passaggio di consegne tra la vecchia e la nuova governance Rai, che in parte si sovrappongono. Infatti, si era in fervente attesa dell’appuntamento del 4 luglio per l’esito del ricorso presentato da quattro candidati al cda, secondo i quali il sistema delle nomine presenterebbe profili di illegittimità costituzionale, ponendosi in contrasto con l’European Media Freedom Act, la conferenza dei capigruppo di Camera e Senato non ha inserito nel calendario di luglio l’elezione dei consiglieri d’amministrazione, compito che spetta al Parlamento. In pratica, Giampaolo Rossi dovrà aspettare ancora prima di essere probabilmente nominato amministratore delegato Rai.

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Allungamento dei tempi e presentazione dei palinsesti

Sembra dunque sempre più probabile un allungamento dei tempi. E di questo parere sembra essere anche la presidente della Commissione di Vigilanza, Barbara Floridia, quando ha detto che “è opportuno che sulle nomine dei membri del cda Rai si tenga conto della prossima pronuncia del Consiglio di Stato. Non è il momento di strappi ed è necessario evitare possibili sovrapposizioni e caos“.

Questo andrebbe a far presupporre che, visto lo slittamento del voto, possa essere l’attuale vertice a presentare i nuovi palinsesti il 19 luglio a Napoli.

Cosa fa la politica

Nel frattempo, però la politica non si ferma nell’individuare i nuovi componenti del CDA Rai. Questa volta i candidati non sono tantissimi, non i circa 300 di tre anni fa ma poco più di una settantina. Molti dipendenti Rai, in buona parte pensionati o prossimi alla pensione, e diversi ex parlamentari. Ci sono i due predestinati: Simona Agnes, componente del Cda in scadenza, legata a Gianni Letta, che Forza Italia vorrebbe Presidente al posto di Marinella Soldi, e Giampaolo Rossi, l’uomo di Giorgia Meloni, attuale Dg della Rai ed ex consigliere che dovrebbe prendere il posto di Roberto Sergio come Ad. I due verrebbero indicati dal Mef.

I nomi di nomina parlamentare

Per i 4 nomi del Cda di nomina parlamentare, invece, i giochi sono dunque ancora aperti: Alessandro Casarin, ex vicedirettore della Tgr a un passo dalla pensione e Antonio Marano, già in passato in Rai, sono gli uomini su cui sta riflettendo la Lega. Il Movimento 5 Stelle punterebbe alla conferma dell’avvocato Alessandro Di Majo, uomo di Giuseppe Conte.

Valeria Falcone e Federica Frangi sarebbero le candidate di Fratelli d’Italia, la prima già addetta stampa della Meloni ai tempi del ministero della gioventù, la seconda dipendente Rai. Tra i candidati Pd ci sono l’ex parlamentare Salvatore Margiotta e il giornalista Stefano Menichini che ha seguito Decaro all’Anci. A sinistra del Pd ci sarebbero anche i tentativi di Alleanza Verdi Sinistra, attraverso la candidatura di Roberto Natale, attuale direttore di Rai per la Sostenibilità. Infine, gli outsider, tecnici non legati alle segreterie politiche, come il giornalista Gennaro Pesante dell’Ufficio stampa e comunicazione della Camera dei deputati che si occupa di Rai e Tv ‘istituzionale’, ma anche Goffredo De Marchis, ex Repubblica ed ex agenzia Sport e Salute e Angelo Zaccone Teodosi con un passato all’Istituto Luce. Al momento l’unica certezza è il consigliere dei dipendenti Rai, Davide Di Pietro, riconfermato nella votazione dello scorso 20 maggio.