Emma Bonino dimessa dall’ospedale dopo il tumore: ‘Ho vinto io’

Emma Bonino

Dopo dieci giorni di ricovero, di cui quattro trascorsi in terapia intensiva, Emma Bonino ha ripreso posto alla sua scrivania, nella sula casa di Roma. Computer acceso, sigaretta tra le dita: una compagna di vita che non sembra disposta a lasciare, nonostante l’insufficienza respiratoria che l’ha costretta all’ospedale. Chi la conosce sa che non accetta prediche: “Non voglio lezioni”, afferma con la sua solita franchezza nell’intervista rilasciata a Repubblica.

La bombola d’ossigeno, che ora la accompagna in casa, le ricorda una battaglia non ancora vinta con la sua salute. Ma l’energia e la voglia di lottare sono le stesse che l’hanno sempre sostenuta: niente può frenarla, nemmeno un passato segnato dal tumore ai polmoni.

L’impegno per diritti e libertà di Emma Bonino

Anche durante i giorni di ricovero, Bonino ha trovato il tempo per riflettere sulle sue cause più urgenti. In cima alla lista c’è la cittadinanza per gli stranieri e il diritto all’eutanasia. È convinta che i cittadini debbano avere il diritto di scegliere come vivere e morire, e per questo continuerà a lottare con +Europa, il suo partito. “Sono battaglie che non possono aspettare”, ribadisce.

La sua tenacia si manifesta anche in quel “no” deciso alla retorica, persino alla domanda di rito “Come stai?”. La risposta è spiazzante: “Come una che è appena uscita dall’ospedale dopo dieci giorni”. Con lo stesso piglio, anni fa, si conquistò il soprannome di “monello di Montecitorio” da Sandro Pertini. All’epoca, ventisettenne radicale con la gonna a fiori, zoccoli e sigaretta in mano, portava al Parlamento l’audacia dei giovani rivoluzionari.

Guardare avanti senza compromessi

Oggi, dalla sua terrazza a Campo de’ Fiori, guarda avanti: “Voglio recuperare le forze, e in fretta. Ci sono tante cose da fare”, dice. Emma Bonino sa bene che i diritti non sono conquiste definitive. Abortoeutanasiacittadinanza: ogni diritto va difeso giorno per giorno, perché “rimanere fermi vuol dire andare indietro”.

Emma è una delle icone della legge sull’aborto, per la quale lottò con tutto il coraggio necessario, anche affrontando l’onta dell’aborto clandestino. Fu una battaglia lunga, culminata in una legge e in un referendum storico, che salvò molte vite e mise un punto fermo sulla libertà di scelta delle donne. Ma oggi quel diritto è di nuovo sotto minaccia.

Forza e voglia di combattere

Emma Bonino è tornata a casa con una bombola d’ossigeno, ma anche con lo stesso entusiasmo che la spinse in televisione l’anno scorso, quando dichiarò di aver vinto contro il microcitoma polmonare che l’aveva colpita. “Ho vinto io”, disse con grinta. Nemmeno un femore rotto, a gennaio, l’ha fermata: su una sedia a rotelle ha convocato una convention, tentando di riunire tutti i leader del campo largo. Non si arrende neanche di fronte all’ostacolo più duro, come l’unione delle forze politiche per fronteggiare la destra.

Emma Bonino è tornata più determinata che mai, pronta a riprendere le sue battaglie e a fare ancora sentire la sua voce, come ha fatto per tutta la vita.