Fiumicino, quello stabilimento balneare va demolito, anzi no. Dopo 7 anni il Comune di ripensa

Fiumicino, l'area di Maccarese dove si trova lo stabilimento balneare, foto Google Heart in 3D elaborata con I.A.

Fiumicino, quello stabilimento balneare (situato in località Maccarese) va abbattuto, perché è abusivo, anzi no. Dopo 7 anni il Comune di ripensa. Il ricorso dello stabilimento risale al 2018 e riguarda una ordinanza comunale del 2017 con la quale il municipio ha ordinato l’abbattimento dello stabilimento stesso. È questo, tradotto in parole povere, quanto si legge nella sentenza del Tribunale Amministrativo della Regione Lazio n. 11906 del 12 giugno 2024.

Quello stabilimento di Fiumicino va abbattuto

Nel 2018 il Comune di Fiumicino si era addirittura costituito in giudizio chiedendo la demolizione dello stesso: “Il Comune di Fiumicino si è costituito in data 27 marzo 2018 – scrivono i giudici – concludendo per la declaratoria di inammissibilità, ovvero per il rigetto del ricorso. La Regione Lazio non si è costituita in giudizio“.

Il Comune di ripensa: “Fermi tutti, è tutto ok”

All’udienza pubblica dell’11 giugno 2024, invece, lo stabilimento balneare – che ha depositato memoria – scrive che dalla documentazione, depositata il 29 aprile 2024, si desume che le opere sono ora conformi ai parametri edilizi ed urbanistici. Tanto da ricevere il definitivo titolo abilitativo con la SCIA in sanatoria dal comune di Fiumicino stesso.

Quindi lo stabilimento stesso ha dichiarato in giudizio la propria sopravvenuta carenza di interesse, ritirando il ricorso. Inoltre, il comune di Fiumicino non ha contestato le circostanze sulla cui base è intervenuta tale dichiarazione. E chi tace, acconsente, si sa.

La sentenza del Tar del Lazio

“Rileva, al riguardo, il Collegio – scrivono i giudici – che, nel caso di espressa dichiarazione del ricorrente di non aver più alcun interesse alla decisione del ricorso, il giudice non può decidere la controversia nel merito. Né procedere d’ufficio. Né sostituirsi al ricorrente nella valutazione dell’interesse ad agire, ma soltanto adottare una pronuncia in conformità alla dichiarazione resa, poiché nel processo amministrativo.

In assenza di repliche e/o diverse richieste vige il principio dispositivo in senso ampio. Nel senso, cioè, che parte ricorrente, sino al momento in cui la causa è trattenuta in decisione, ha la piena disponibilità dell’azione e può dichiarare di non avere interesse alla decisione.

In tal modo provocando la presa d’atto del giudice, che può esclusivamente dichiarare l’improcedibilità del ricorso. Il Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio (Sezione Seconda Quater), definitivamente pronunciando sul ricorso, come in epigrafe proposto, lo dichiara improcedibile per sopravvenuto difetto di interesse“.