Garante dei detenuti del Lazio: “Sempre più minori negli istituti di giustizia”

Garante dei detenuti

Il Garante dei detenuti del Lazio, Stefano Anastasia lancia un allarme: “Sempre più minori o ragazzi appena maggiorenni finiscono negli istituti di giustizia”.

Preoccupa dunque il numero di minori reclusi negli istituti penitenziari che a livello nazionale dal 2020 è quasi raddoppiato passando in 3 anni e mezzo da 305 di fine 2020 a 555 (180%). Nel Lazio al 15 giugno di quest’anno i detenuti erano 63 mentre a dicembre 2020 erano solamente 26.

Garante dei detenuti: incremento di oltre 10% nel primo semestre

Negli ultimi mesi si è registrato il picco di ingressi: “Nel primo semestre del 2024, in tutta Italia il numero complessivo dei minori e giovani adulti presenti nelle strutture residenziali della giustizia minorile sono cresciuti dai 1.444 di fine 2023 agli attuali 1.589. Sono quindi 145 in più – si legge sul sito del Garante – Si tratta di un incremento superiore al 10%, mai verificatosi in passato e decisamente abnorme rispetto a quanto si verificava negli anni scorsi”.

La causa sarebbe da ricercare nella trasformazione in legge del decreto “Caivano” emanato all’indomani dello stupro di gruppo ad opera di sette minorenni su due sorelle di 10 e 12 anni. La legge prevede l’inasprimento delle pene e facilita l’ingresso dei minori negli istituti di giustizia.

Il decreto Caivano

Il decreto “Caivano” è stato criticato da associazioni e penalisti tanto che a marzo 2024 il tribunale per i minorenni di Trento ha sollevato questioni di legittimità costituzionale poiché “qualsiasi trattamento punitivo nei confronti di un minore è ammesso solo se è sorretto, animato e orientato da fini educativi ” mentre alcuni articoli contenuti nella legge celano “di fronte a un reato asseritamente commesso da un minorenne, una meccanica trattamentale fortemente improntata sul paradigma punitivo, scandita dal principio di proporzionalità, anziché assicurare un approccio trattamentale fondato su dinamiche educative e riabilitative, definite dal principio personalistico e assicurate dalla multidisciplinarietà dell’Organo giudicante minorile“.

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