Il nuovo compagno è un tifoso della Roma, lui si vendica dell’ex facendo rasare lo stemma della Juve sulla testa dei figli

taglio capelli stemma juve

Probabilmente voleva vendicarsi della ex moglie, che si era rifatta una vita con nuovo compagno e ha pensato di farlo attraverso una rasatura “particolare” della testa dei loro figli. Avrebbe usato infatti i bambini per lanciare una sorta di sfida all’uomo, tifoso della Roma, per far vedere che a prevalere era ancora lui, juventino. L’uomo, un padre di 53 anni, è attualmente sotto processo per presunti maltrattamenti familiari. Della vicenda si era già parlato nel 2022, quando la donna, romana, aveva denunciato quello che era all’epoca il marito e che, per vendetta, avrebbe iniziato a maltrattare i bambini.

I fatti sono accaduti a Roma. Tra febbraio e marzo del 2022, il 53enne ha rasato i due bambini, che all’epoca avevano 6 e 8 anni, con una macchinetta, lasciando in rilievo solo il disegno dello stemma della Juventus. Ma questo, secondo la madre, non sarebbe stato l’unico maltrattamento verso i due piccoli.

Un gesto umiliante per i bambini

In aula, il pubblico ministero Claudia Alberti ha mostrato le foto dei piccoli con i capelli tagliati a zero, una scena che ha fatto commuovere la madre. Secondo la Procura, questo gesto non era semplicemente legato alla passione calcistica del genitore, ma rappresentava una vera e propria vessazione nei confronti dei bambini.

Il padre ha dichiarato che il taglio era stato un desiderio dei figli, entrambi tifosi della Juventus come lui. La madre ha invece testimoniato che i bambini avrebbero avuto problemi a scuola, dove si vergognavano al punto da non voler togliere il cappuccio in classe per tutto l’anno scolastico.

Gli altri maltrattamenti

Ma il taglio di capelli sarebbe solo uno dei maltrattamenti subiti dai bambini. La madre ha raccontato che uno dei suoi figli un giorno è tornato a casa con una bruciatura sulla guancia, di cui ancora oggi porta una cicatrice. In un’altra occasione, il figlio maggiore ha confessato di aver ricevuto una padellata in testa dopo aver raccontato al padre di essere stato con la madre e il suo compagno.

Un’altra volta, invece, il figlio minore sarebbe rientrato a casa con un bozzo sul setto nasale. Il piccolo inizialmente aveva tentato di negare che fosse stato il padre a colpirlo, ma secondo il fratello maggiore il bozzo era stato causato da uno schiaffo violento del padre, dato per punirlo di aver trascorso del tempo con il nuovo compagno della madre. Aveva quindi raccontato che il fratellino, a seguito dello schiaffo dato da dietro, era caduto dalla sedia dove si trovava in quel momento, sbattendo contro il tavolo e facendosi male al naso.

Punizioni fisiche e psicologiche

Le presunte punizioni non si fermerebbero qui. La madre ha descritto ai giudici della quinta sezione collegiale come i figli venissero obbligati a restare seduti per terra, senza poter giocare, ogni volta che il padre scopriva che erano stati con il nuovo compagno della donna. Tutto questo ha reso i bambini sempre nervosi, al punto che, quando tornavano a casa dalla madre, si sfogavano lanciando oggetti.

Il processo continua, con la difesa che sostiene che le azioni dell’uomo siano state fraintese e che non abbiano mai avuto l’intento di provocare danno ai figli.