Latina ‘grida’ stop al caporalato: arriva il corteo con lavoratori, sindacati e cittadini

Latina, una recente iniziativa anti-caporalato che si è svolta a Latina
Contenuti dell'articolo

Latina, dani sabato 6 luglio dalle ore 09,30 la città scenderà nuovamente in piazza per dire basta a caporalato e sfruttamento dei braccianti agricoli. La manifestazione, organizzata da CGIL, associazioni e cittadini, si svolgerà nella centrale piazza del Popolo. È indetta per ribadire con forza la necessità di estirpare il fenomeno del caporalato e di tutelare i diritti dei lavoratori migranti. Dopo la tragica morte di Satnam Singh. Il bracciante indiano deceduto a causa delle ferite riportate in un incidente sul lavoro e poi abbandonato dal suo datore di lavoro.

Stop al caporalato: Latina in piazza

“La morte di Satnam Singh non è un caso isolato – spiegano gli organizzatori – è il risultato di un sistema marcio che sfrutta e calpesta i diritti dei lavoratori, relegandoli a merce da sfruttare. Dobbiamo estirpare questo sistema alla radice, attraverso un’azione incisiva da parte delle istituzioni e un cambio di paradigma culturale“.

Al corteo lavoratori, sindacati e cittadini

Il concentramento è previsto per le ore 9 presso le Autolinee Nuove di Latina, con partenza del corteo alle ore 9:30 in direzione piazza della Libertà. L’appello è a tutti i cittadini di partecipare per dire basta allo sfruttamento e per chiedere giustizia per Satnam Singh e per tutti i braccianti vittime di caporalato.

Un problema strutturale

“In Italia sono quasi tre milioni i lavoratori invisibili che lavorano irregolarmente – denuncia Natale Di Cola, segretario generale della CGIL di Roma e del Lazio – Oltre 230 mila sono anche vittime del caporalato. Questa situazione è inaccettabile e richiede un intervento urgente e concreto da parte di tutti gli attori in campo“.

Necessari interventi strutturali

“Non basta la buona volontà dei cittadini – sottolinea il sociologo Marco Omizzolo – Serve un intervento più incisivo della magistratura e un cambio di paradigma a livello politico e culturale. Da anni denunciamo le terribili condizioni di lavoro dei braccianti a Latina, senza che nulla sia cambiato. È ora di dire basta“.

Sfruttamento e filiere non tracciate

“Lo sfruttamento non avviene solo nei campi – aggiunge Fabio Ciconte dell’associazione Terra! – Può avvenire anche in altri passaggi della filiera, come la logistica. Le filiere spesso non sono tracciate e questo favorisce lo sfruttamento”.

Cibo sano per tutti

“L’assenza di tutele per i lavoratori e di un salario minimo crea poveri che sono costretti a chiedere aiuto agli empori solidali – afferma Margherita Venditti di Nonna Roma – Il cibo buono e sano dovrebbe essere un diritto per tutti, non un privilegio dei più abbienti“.

Legalità e riuso sociale dei beni confiscati

“La legalità non può essere considerata un costo – dichiara Tatiana Giannone di Libera – Le rivendicazioni per la fine del caporalato non sono un attacco alle imprese. Le aziende che rispettano le regole e i lavoratori non dovrebbero accettare il ‘dumping‘ di chi sfrutta gli altri”. Giannone esprime anche preoccupazione per il recente accordo tra il Masaf e l’Agenzia Nazionale per la gestione dei beni sequestrati alla criminalità organizzata, che rischia di favorire la privatizzazione di questi beni a scapito del riuso sociale.

La mobilitazione continua

La manifestazione di sabato è solo un’ulteriore tappa della mobilitazione contro caporalato e sfruttamento. L’obiettivo è quello di tenere alta l’attenzione sul problema e di fare pressione sulle istituzioni affinché adottino misure concrete per estirpare questo fenomeno alla radice.