Nuovo CdA Rai: pioggia di voti per Marano e Frangi, eletti anche Natale e Di Majo

Nomine Rai, eletti Frangi e Marano
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La partita per il nuovo CdA della Rai si fa sempre più interessante. Tra voti, spaccature e accordi politici, la Camera dei Deputati ha eletto Federica Frangi e Roberto Natale, mentre il Senato ha scelto Antonio Marano e Alessandro Di Majo. Ecco cosa è successo.

I voti di Camera e Senato

A Montecitorio Federica Frangi, sostenuta dal centrodestra, ha ottenuto 174 voti, mentre Roberto Natale, candidato di Alleanza Verdi Sinistra, ha portato a casa 45 voti. L’affluenza è stata piuttosto alta, con 231 deputati presenti. Al Senato, invece, Antonio Marano, indicato dalla Lega, ha trionfato con 97 voti, seguito da Alessandro Di Majo, già consigliere Rai dal 2021 per il M5s, con 27 voti. Il resto delle schede ha visto un voto per Ruggero Aricò, due bianche e quattro nulle. In totale, hanno partecipato al voto 131 senatori.

Chi è Antonio Marano

Antonio Marano, 68 anni, è originario di Ascoli Satriano, in provincia di Foggia. La nomina di oggi per lui è un ritorno: eletto deputato nel 1994 in quella che all’epoca era la Lega Nord, ha maturato una ventennale esperienza in Rai, dove è stato membro della Commissione di Vigilanza. Nel periodo trascorso in Rai, il manager foggiano ha diretto Rai2, per poi diventare vicedirettore generale del Servizio pubblico e, tra il 2016 e il 2020, Presidente di Rai Pubblicità e sottosegretario al ministero delle Poste e delle telecomunicazioni nel primo governo Berlusconi. È lui che ha portato “L’isola dei famosi” alla Rai, decretando così il successo per rete in quanto ad ascolti. Al momento ricopre il ruolo di direttore commerciale della Fondazione Milano-Cortina. Il numero di voti ricevuti va a premiare il lavoro precedentemente svolto.

Chi è Federica Frangi

Federica Frangi, romana di 51 anni, è una giornalista con una carriera consolidata nel panorama radiotelevisivo italiano. Iscritta all’Ordine dei Giornalisti del Lazio dal marzo 2005, ha maturato esperienze di rilievo sia in redazioni che in uffici stampa. Tra i suoi incarichi più noti, ha lavorato alla trasmissione di punta di Raiuno “Porta a Porta”, condotta da Bruno Vespa, e oggi è impegnata nella redazione cronaca del Tg2. Il suo impegno nel giornalismo va oltre la televisione: fino a febbraio, è stata consigliere nazionale della Fnsi, eletta al Congresso di Chianciano con la lista “Stampa Libera e Indipendente”. Ha ricoperto anche il ruolo di presidente dell’Associazione Stampa Romana, sezione laziale della Federazione Nazionale della Stampa, e ha fatto parte del direttivo di Lettera 22, associazione di giornalisti indipendenti.

Il Consiglio di Amministrazione Rai

Le Camere eleggono quattro dei sette membri del Consiglio di Amministrazione della Rai, con un mandato di 3 anni. Adesso, la palla passa alla Commissione di Vigilanza, guidata da Barbara Floridia, dove sarà necessario il voto di due terzi per eleggere il presidente della Rai, proposto dal Ministero dell’Economia e nominato dal Consiglio dei Ministri.

Come funzionano le nomine Rai?

Il consiglio di amministrazione della Rai è composto da 7 membri: due eletti dalla Camera, due dal Senato, due designati dal Consiglio dei Ministri su proposta del Ministro dell’Economia, e uno eletto dall’assemblea dei dipendenti Rai.

La maggioranza va avanti, ma l’opposizione non resta a guardare

Il governo Meloni spinge per rinnovare rapidamente i vertici Rai, ma apre alla richiesta delle opposizioni di accelerare sulla riforma della tv pubblica, che deve adeguarsi al Media Freedom Act approvato dal Parlamento europeo. Il presidente della Commissione al Senato, Claudio Fazzone, ha annunciato che dal primo ottobre verranno discussi tutti i disegni di legge, con l’obiettivo di favorire un confronto costruttivo tra maggioranza e opposizione. Una mossa accolta positivamente da M5S e Alleanza Verdi Sinistra, che hanno partecipato al voto per non lasciare la Rai completamente nelle mani del governo.

L’Aventino di Pd, Azione e Italia Viva

Non tutti, però, sono d’accordo. Il Partito Democratico, guidato da Elly Schlein, ha optato per una sorta di “Aventino”, scegliendo di non partecipare al voto. Schlein ha spiegato che “non c’è motivo di rinnovare il Cda, visto che il governo ha già il controllo della Rai”. In linea con questa posizione, anche Azione di Carlo Calenda e Italia Viva di Matteo Renzi hanno scelto di non prendere parte alla votazione, criticando chi, come il M5S, ha cambiato rotta.

In un’intervista, Maria Elena Boschi ha ribadito la posizione di Italia Viva: “Abbiamo scelto di essere coerenti con il Pd. Altri partiti di opposizione, dopo settimane di unità, hanno preferito votare per i propri candidati. Questo dimostra chiaramente chi è affidabile e chi no.”

Il botta e risposta tra Conte e Schlein

Le critiche non sono tardate ad arrivare. Giuseppe Conte, leader del Movimento 5 Stelle, ha difeso la scelta di partecipare al voto, sottolineando che il Cda deve essere presidiato dalle forze di opposizione: “Non capisco la decisione del Pd. Il Cda della Rai non è una ‘poltrona’, ma una posizione di controllo e vigilanza”. Schlein ha risposto alle accuse ricordando che la posizione del Pd era condivisa da tutte le opposizioni fino a poco tempo fa: “Rimaniamo coerenti. Rinnovare un Cda fuori legge, vista l’entrata in vigore del Media Freedom Act, non è la strada giusta”.

Anche da Alleanza Verdi Sinistra, tramite Angelo Bonelli, arriva una riflessione amara: “Il campo largo non esiste. Dobbiamo lavorare con pazienza per costruire un’alternativa. Ma ci riusciremo.”