Roma, baraccopoli e degrado nel parco del Pineto: fontanelle usate come lavatoi, escrementi umani e rifiuti nell’area protetta (VIDEO)

Pineto
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Mentre nella collina di Monte Mario, da poco devastata da un maxi incendio partito da una baracca, si tenta di capire quanti insediamenti abusivi siano rimasti – tra quelli già censiti e quelli invece completamente sconosciuti al Comune di Roma – un’altra situazione di completo rischio e degrado si registra al Parco Regionale Urbano del Pineto, nel XIII Municipio.

Questa – per chi vuole vedere – è sotto gli occhi di tutti. Eppure nessuno fa nulla. Per indifferenza, per paura, per abitudine.

Prima la bonifica, poi l’abbandono e il degrado

Nel Parco del Pineto, uno dei polmoni verdi di Roma, oasi naturalistica di grandissima importanza, i residenti non riescono più a godere del parco giochi per bambini che si trova a un centinaio di metri di distanza dalla fermata metro Cornelia.

“Il municipio da anni non riesce più a gestirlo”, racconta Massimo Di Rienzo, presidente dell’associazione volontari “Decoro XIII”, a Marco Mastro di Dillo a noi Roma, che ha ripreso il degrado della zona. “Non c’è nessuno che al mattino lo apra e poi lo chiuda alla sera, per tenerlo in sicurezza”, spiega Massimo Di Rienzo. “L’area era stata bonificata e sistemata circa 10 anni fa. Aveva quindi funzionato ‘a singhiozzo’, poi, con l’arrivo della Giunta Raggi, il parco è stato chiuso, perché l’amministrazione comunale non voleva che fossero dei privati a gestire l’apertura e la chiusura dei cancelli”.

Parco del Pineto, il parco giochi con… inquilini sgraditi

Da anni, quindi, il parco è stato lasciato al degrado. I bambini non possono usufruire dei giochi, ma qualcuno utilizza l’area come se fosse una discarica, per gettare rifiuti di ogni tipo. La zona, inoltre, ha trovato un diverso uso. È infatti diventata una baraccopoli per senzatetto, che hanno impiantato nel parco giochi tende e roulotte.

Le fontanelle pubbliche allora si trasformano in docce e lavatoi per i panni, usate anche da chi vive poco più avanti, all’interno del pineto. Persone che abitano sotto i cespugli e che lì, davanti a famiglie e bambini, fanno i loro bisogni. O lasciano le bottiglie di birra appena bevute a terra. “Siamo in pochi a pulire, ma sono in tanti a sporcare”, dice Massimo Di Rienzo.

Le tendopoli

Addentrandosi nel parco del Pineto, infatti, si incontrano altri accampamenti. “Più si avanza e più ne troviamo“, avverte Di Rienzo. I giacigli di fortuna si nascondono tra l’erba, con vista cupola di San Pietro, insieme agli ormai consueti cumuli di rifiuti. Ma quello che preoccupa i cittadini è anche qualcos’altro.

“Queste persone bevono tantissimo. Utilizzano un carrello del supermercato per fare la spola e trasportare interi carichi di birra dal vicino discount. E, non essendoci cestini per gettare i rifiuti, si getta tutto a terra.

“Siccome questo è un parco regionale, è stato detto che non possono esserci. E allora meglio che ci siano i rifiuti”, commenta sarcastico il volontario.

La cura degli alberi

I volontari non si occupano solo della pulizia e del decoro del parco. Ma anche della manutenzione degli alberi, per quanto possibile. Hanno infatti messo a dimora nuovi 40 pini e si prendono cura, insieme al servizio giardini, delle piante presenti del parco, spesso affette da malattie.

Un servizio per la comunità encomiabile, non retribuito, fatto solo per il bene del quartiere. Ma quello che servirebbe è un’azione concreta da parte del Municipio e del Comune, insieme all’Ente Parco, cosa che finora non c’è stata.