Roma, centri estivi privati più cari del 20%, l’offerta pubblica dei Municipi ferma al palo

Centro estivo, foto generica di bimbi che giocano

A Roma i centri estivi sono più cari, rispetto all’anno passato, di poco meno del 20%, per la precisione del 19,9 %, mentre l’offerta pubblica langue tra ritardi vari e nodi burocratici irrisolti. Mentre gli studenti festeggiano la fine dell’anno scolastico, quindi, i genitori si trovano ad affrontare un dilemma non da poco. Dove lasciare i figli durante le lunghe vacanze estive? La soluzione più diffusa è il centro estivo che si rivela però un salasso per le famiglie romane.

A Roma centri estivi privati sempre più cari

Secondo un recente rapporto di Eures e Adoc, il costo medio per mandare un bambino al centro estivo a Roma è di 148 euro a settimana per il tempo pieno e 98 euro per l’orario ridotto. Proiettando il costo per 8 settimane, una famiglia spenderà circa 1.180 euro per un figlio e 2.278 per due. Si tratta di cifre che pesano sul bilancio familiare, soprattutto considerando che il costo è aumentato del 19,9% rispetto allo scorso anno. Alcune proposte, come il campus di Eataly a 220 euro o quello della libreria Erickson a 200 euro, risultano ancora più care.

Il rapporto AdocEures evidenzia come in altri Paesi la chiusura estiva delle scuole sia decisamente più breve, attestandosi su 6-8 settimane in Germania, Francia o Regno Unito. In Italia, invece, le famiglie romane sono costrette a sostenere un esborso significativo per garantire ai propri figli un’estate serena.

“Si tratta di un aumento dei prezzi tanto più ingiustificabile considerando come nel 2024 l’inflazione acquisita si attesterebbe in Italia a +0,6% per l’indice generale ed a +1,6% per la componente di fondo”, sottolinea il rapporto.

I Municipi romani? Ancora fermi al palo

Poi c’è un altro problema. I Municipi romani dovrebbero e potrebbero avviare, parallelamente al ‘sistema privato‘, il sistema pubblico dei centri estivi. Invece, tranne rarissime eccezioni, nessuno è ancora pronto, a scuola chiuse, a far partire i centri estivi pubblici, magari a prezzi calmierati. Per sostenere le famigle che, per le più svariate ragioni, non si possono permettere costi così alti.

Il sistema scolastico italiano, secondo molti genitori, andrebbe rivoluzionato per ridurre il periodo di chiusura estiva, alleggerendo il carico economico e organizzativo sulle famiglie.