Roma, cinghiali in gabbia e cumuli di sporcizia: il paradiso degli animali trasformato in inferno (FOTO E VIDEO)

animali nella struttura
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La denuncia è pesante. E arriva sia attraverso le immagini che, in modo molto più concreto, con la segnalazione ai carabinieri forestali. Quello che era inizialmente il progetto di un rifugio modello per gli animali, nella zona di Roma nord, adesso sembrerebbe essersi trasformato in un luogo da incubo.

Il rifugio sorge a Roma su un terreno di proprietà Arsial, l’Ente governativo per le biodiversità. E già qui nascono le prime difformità visto che il terreno sarebbe occupato abusivamente in quanto – per quanto possano esserci degli accordi verbali – non esiste un atto che stabilisca delle condizioni contrattuali. Non esiste quindi un titolo di possesso.

Il paradiso (almeno apparente) degli animali

Quando il rifugio è stato aperto, sono stati in molti ad accogliere positivamente la novità, appoggiando la titolare in tutte le sue iniziative in difesa degli animali. Si trattava di un “santuario“, un luogo dove le bestiole, anche quelle selvatiche come i cinghiali, non potevano essere uccise né consumate come cibo.

Un’iniziativa bellissima, ma che – dopo un primo momento – sarebbe stata probabilmente gestita male in questo particolare luogo. Qui, infatti, sarebbero stati accumulati compulsivamente animali, soprattutto nel periodo della pandemia da Covid e della peste suina. E proprio durante quest’ultima sono nati ulteriori problemi.

Nessuna autorizzazione per detenere le specie selvatiche

Il “santuario”, infatti, non avrebbe le autorizzazioni per detenere le specie selvatiche. E quando con la peste suina l’ordinanza comunale ha previsto l’abbattimento degli animali – cosa avvenuta in tutti gli allevamenti del comprensorio – nel rifugio sono stati invece “graziati”, mentre la titolare è stata semplicemente denunciata per l’inadempienza.

La situazione attuale

Le immagini che da un paio di giorni circolano in rete mostrano cinghiali in gabbia o nei recinti, cumuli di rifiuti ammassati, zone sporche e malridotte.

“Anche quando sia concesso, in talune circostanze, detenere fauna selvatica – spiega Alan Risolo, veterinario specializzato nella cura delle specie selvatiche – dobbiamo sempre rispettare la natura di questi animali. Stabulare un animale e metterlo in un box, non è garanzia di benessere, anzi, può profilarsi il maltrattamento. Specie se parliamo di una struttura sporca e angusta, dove ci sono delle mancanze rispetto alla check list ministeriale che permette di rispondere al benessere animale”.

Struttura legale o no?

Ma la struttura è legale o no? “La check list ministeriale descrive esattamente quali sono gli adempimenti atti a garantire il benessere animale a livello di sicurezza”, precisa il veterinario, che da anni collabora con le Asl. “Da quello che vedo nelle immagini diffuse molti degli aspetti previsti non sono garantiti”. Ma quali sono le mancanze? “La check list comprende circa 100 punti, quindi è difficile dare una risposta precisa. Ma da quello che vedo, ci sono molti cinghiali. Sono una specie selvatica che non può essere stabulata al chiuso. Deve invece avere la possibilità di muoversi, di scavare e nascondersi. Cosa che non può fare se resta chiuso. In questo modo va incontro a stress. E allo stress conseguono le malattie”.

Ci sono controlli nella struttura? “Sì, la Asl è molto attenta”. E, da quanto risulta, sembra proprio che sia stata la Asl, attraverso una segnalazione, ad allertare i Carabinieri forestali e la Procura. A questo si è aggiunta la denuncia di alcuni animalisti, che hanno presentato una relazione su come sarebbero tenuti gli animali all’interno del “santuario”.

L’indagine della Procura

I carabinieri confermano che è in atto un’indagine da parte della Procura. I militari, che non si sbilanciano su quanto stanno facendo al momento, dovranno verificare lo stato della struttura e come vengono tenuti gli animali. Nel frattempo sia su Facebook che su Instagram sono stati pubblicati foto e video che mostrano il posto in condizioni non di certo ottimali per la fauna selvatica ospitata all’interno.

“Tutti lo sanno, nessuno parla. Una psicopatica, accumulatrice seriale di animali, sembra intoccabile. Affari sporchi, interessi politici e non solo, corruzione. Le autorità competenti assenti. Roma, capitale della corruzione. Tutto sulle spalle di queste povere anime innocenti”, è il commento al video, in cui sono taggati il sindaco di Roma Roberto Gualtieri, l’assessore all’Ambiente Sabrina Alfonsi, la Asl Roma 1 e diversi politici sia locali che nazionali.

Allertata Michela Brambilla

Intanto c’è chi, questa mattina, ha avvisato della vicenda anche la deputata Michela Brambilla. E, mentre c’è chi accusa di voler infangare la struttura e la sua titolare e di inventare tutto, scrivendo: “Ma chi siete? Queste immagini possono essere state prese ovunque e montate insieme…siete vergognosi”, c’è di contro chi risponde: “Finalmente qualcuno ha avuto il coraggio di parlare. Gli animali detenuti lì dentro stanno soffrendo da mesi”.