Roma, Grand Hotel Ritz cambia (dopo 7 anni) l’iconica insegna: il Tribunale bacchetta il Campidoglio

A sinistra, la iconica e storica insegna classe 1964, a destra, l'attuale ingresso del Grand Hotel Ritz
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Roma, Grand Hotel Ritz cambia (dopo 7 anni) la sua iconica insegna: il Tribunale Amministrativo della Regione Lazio bacchetta il Campidoglio. Sarà che l’estate è ancor ‘padrona’ di Roma, ma il Campidoglio ha preso un grosso granchio con il Grand Hotel Ritz, a cui aveva negato il diritto di cambiare la iconica e storica insegna posta sull’ultimo piano/terrazza dell’edificio in cui ha sede la struttura ricettiva, su piazza Euclide, con vista mozzafiato sui Parioli e centro città.

Roma, il Grand Hotel Ritz potrà cambiare la iconica insegna

La scritta classe 1964 ‘Hotel Ritz’, uno dei simboli della Bella Vita che ha reso la Capitale famosa nel mondo, anche grazie al cinema, potrà passare all’attuale ‘Grand Hotel Ritz’, esattamente come la società proprietaria dell’hotel aveva già fatto sopra il portone d’ingresso. La possibilità della modifica della scritta pubblicitaria sul tetto era stata negata dall’Amministrazione capitolina.

7 anni fa, l’Amministrazione Raggi aveva detto ‘no’

Proprio l’amministrazione capitolina 7 anni fa, per la precisione nel 2017, aveva negato il suo assenso alla modifica per motivi ignoti. All’epoca, alla guida della città eterna c’era la sindaca M5S, Virginia Raggi. Purtroppo, la querelle giudiziaria al Tar del Lazio non è venuta meno nemmeno sotto l’attuale amministrazione dem, guidata dall’attuale primo cittadino romano, Roberto Gualtieri.

Il Tribunale bacchetta il Campidoglio

Di sicuro, la sentenza del Tribunale Amministrativo della Regione Lazio n. 16045 del 2 settembre scorso lascia poco all’immaginazione: “Il Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio – si legge tra le carte giudiziarie – definitivamente pronunciando sul ricorso n. 5096 del 2018, lo accoglie e, per l’effetto, annulla il provvedimento impugnato prot. n. 3008 del 16 novembre 2017. Condanna Roma Capitale al pagamento, in favore della società ricorrente, delle spese del giudizio che liquida in euro 3.500 (tremilacinquecento/00), oltre accessori come per legge. Ordina che la presente sentenza sia eseguita dall’Autorità amministrativa”.

Gualtieri e Onorato cosa dicono?

Di recente, l’assessore ai Grandi Eventi, Sport, Turismo e Moda, Alessandro Onorato, ha speso parole di miele a favore delle strutture ricettive del settore lusso ed extra capitoline, dopo che le stesse si sono aggiudicate un ambito quanto prestigioso premio internazionale che pone l’ospitalità a 5 stelle romana (nulla a che vedere con il partito, parliamo solo di turismo) ai vertici mondiali, prima anche agli stessi Emirati Arabi.

Ma poi, ‘ironia della politica’, ci ritroviamo con uno dei simboli mondiali, quindi non solo romani, dell’ospitalità di lusso, costretto ad attendere 7 anni la decisione di un Tribunale perché il Campidoglio non ha saputo o voluto capire che il mercato cambia molto velocemente. Specie dopo gli stravolgimenti imposti dal Covid e, poi, ancora anche a causa dalle innumerevoli guerre in corso in mezzo mondo, ivi compresa l’Europa.

3500 euro a carico dei… romani

Chi avrebbe dovuto capirlo, tra gli Amministratori capitolini, prima tra tutti Gualtieri e Onorato, evidentemente non lo hanno capito. E, ora, saranno i cittadini romani a dover pagare al Grand Hotel Ritz anche i circa 3500 euro di spese imposte dai Giudici. Come si dice in questi casi, volgarmente? Cornuti e mazziati.

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