Roma, il calciatore David Demetrio condannato a due anni: molestie sessuali verso la 26enne conosciuta su Tinder

David Demetrio
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Due anni di reclusione, con la possibilità di sospendere la pena pagando 10 mila euro di danni. È questa la condanna inflitta al calciatore del Lanuvio David Demetrio, centravanti 37enne, accusato di violenza sessuale nei confronti di una ragazza di 26 anni. La giovane, conosciuta sul sito di incontri Tinder, ha raccontato in una denuncia che il giocatore l’avrebbe l’avrebbe baciata e toccata nelle parti intime senza il suo consenso. Da qui la condanna, che è esattamente la metà rispetto a quanto chiesto – 4 anni – dal pm Luigi Fede.

Versioni completamente in contrasto

Quello che ha portato a processo il calciatore è la denuncia di Alessia (nome di fantasia per tutelare la giovane), che ha raccontato che l’uomo le è saltato addosso al primo appuntamento nonostante il suo fermo rifiuto, in macchina nel parcheggio del centro commerciale Euroma 2, dove la ragazza lavora. Una versione completamente diversa da quella del 37enne, che racconta invece di essere stato lui ad aver respinto la giovane e ad averla riaccompagnata alla metro dopo solo un bacio.

Due racconti agli antipodi di quello che sarebbe successo in un pomeriggio di marzo del 2023, dopo un anno passato a chattare per approfondire la loro conoscenza virtuale.

Il mistero delle chat cancellate

I due passano circa 12 mesi a chiacchierare e a scambiarsi confidenze di tutti i tipi. Anche intime. Si mandano messaggi, foto e video. Arriva poi il momento in cui decidono di passare dalla conoscenza virtuale a quella reale. E scelgono come posto il centro commerciale dove la ragazza lavora. Si incontrano nell’auto del calciatore. E qui partono le divergenze sul racconto. Per lui, infatti, lo scopo era chiaro. Per lei, invece, si doveva andare per gradi, anche se con lo stesso fine.

E il mistero c’è anche sulle chat. Nella denuncia, presentata nell’immediato, la ragazza avrebbe dichiarato infatti che Demetrio avrebbe cancellato le loro chat. Ma in aula il suo avvocato, Nicola Zanin, tira fuori le chat e le mostra al giudice. Nicola non le ha cancellate. Ci sarebbero dei messaggi molto espliciti della ragazza, che dimostrerebbero la sua intenzione di volere avere dei rapporti sessuali con il calciatore. Ma questo ovviamente non può dare il “via libera” a un eventuale ripensamento.

La versione della difesa

“La questione delle chat è fondamentale – spiega l’avvocato Zanin – in quanto possibili prove. È stato detto da qualcuno che il mio assistito avrebbe cancellato le chat, ma abbiamo dimostrato che non è vero. in caso è il contrario, perché la signorina ha affermato di averle cancellate subito dopo il fatto, cosa abbastanza singolare. Perché lo ha fatto? Quelle che ha depositato il mio assistito, invece, sono molto imbarazzanti e compromettenti. Quello che emerge da quei messaggi non sembra appartenere alla stessa persona che dice di spaventarsi da un presunto bacio dato in auto in un parcheggio dall’uomo a cui nelle chat chiedeva un incontro solo sessuale”.

“Abbiamo le prove attraverso i messaggi, molto espliciti, che ha mandato al mio cliente e che abbiamo depositato. Per carità, ripeto, noi accettiamo la sentenza. Ma faremo ricorso in appello. Perché è assurdo che si ritenga violenza anche quello che non lo è. Se davvero il mio cliente avesse usato violenza contro questa ragazza e lei fosse stata così spaventata da lui, perché, invece di scendere dall’auto e andare dai suoi colleghi di lavoro, si è fatta accompagnare alla metro proprio da Demetrio? Chiunque, se oggetto di violenza, scapperebbe, non chiederebbe un passaggio, creando altre occasioni equivoche.

Questo invece avvalora la tesi del mio cliente, che sostiene di essere stato lui a respingere la ragazza, in quanto non rispondente alla sue aspettative. Faremo quindi ricorso in appello per dimostrare la verità, anche perché non ci sembra corretto dover pagare 10 mila euro per qualcosa che non è stato fatto”.

L’avvocato della ragazza

“Il giudice ha riconosciuto la realtà”, ha affermato l’avvocato Giulia Masi, legale della ragazza. “La mia assistita in aula ha ammesso di aver inviato quei messaggi, anche piuttosto spinti, al ragazzo. Ma questo non significa che, successivamente, lei non abbia diritto a un ripensamento. Cosa che ha avuto quando ha visto di persona il Demetrio. I suoi modi di fare l’hanno spaventata. Infatti al giudice ha candidamente ammesso che avrebbe, nelle sue intenzioni, voluto avere un rapporto con lui, ma non così. Per questo ci ha ripensato. E da lì è sorta la violenza”.

Nella ricostruzione fatta dal pubblico ministero, infatti, si legge che il calciatore l’avrebbe afferrata “le braccia nel tentativo di immobilizzarla”. E poi le avrebbe detto: “Io ti bacio quando voglio”.

La denuncia “a caldo”

“La mia cliente ha fermato una pattuglia dei carabinieri in strada, appena un’ora dopo i fatti. Era sconvolta. E ha denunciato. La difesa sta cercando di screditare la ragazza offendendola e puntando sulle sue abitudini sessuali. Ma fortunatamente dal punto di vista del diritto il consenso deve essere chiaramente espresso e deve perdurare per tutto l’atto”, ha dichiarato l’avvocato Masi. “Capisco il legale della difesa e comprendo anche il fatto che ricorrerà in appello. Ma la mia cliente aveva tutto il diritto di dire di no, anche dopo aver inviato messaggi di qualsiasi tipo”.