Roma, scopre di essere stata adottata: ‘Vorrei conoscere la mia mamma biologica per chiudere un cerchio’

Figlia che cerca mamma biologica

Immaginate di crescere in una bella famiglia, di vivere circondati dall’amore e di scoprire poi, ad appena 11 anni, di essere stati adottati. Forse a quell’età non ci si sofferma molto, poi più si avanti e più le domande ritornano, si rincorrono. E sono spesso senza risposta. Perché da un lato ci sono due genitori che non vi hanno mai lasciato soli, dall’altro c’è il desiderio di conoscere le proprie radici. “A chi somiglierò? Chi è la mia mamma biologica?” – se lo domano molti che hanno scoperto di avere un passato diverso da quello che immaginavano. Loro che guardano negli occhi la donna che li ha cresciuti, consapevoli di avere un altro ‘pezzetto’ di storia lontano.

Proprio come Marisa, nata a Roma il 26 giugno del 1958, che ora sta cercando di conoscere le sue origini: non vuole stravolgere la vita di nessuno, ha solo il desiderio di rimettere insieme i tasselli di un puzzle, che per troppi anni sono stati lasciati lì, alla rinfusa.

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“Cerco mia madre biologica”, l’appello di Marisa

Marisa, dopo anni di ‘lotte burocratiche’, si è rivolta alla pagina social ‘Ti cerco Appelli’, con la speranza di mettere in moto la macchina della solidarietà e di rintracciare la sua mamma, ora anziana. Lei non sa nulla della donna che l’ha messa al mondo, non sa se oggi è ancora in vita, cosa ha passato in questi anni e come li ha vissuti. Vorrebbe saperlo per chiudere un cerchio.

“Mi chiamo Marisa G., sono nata a Roma il 26/06/1958 con un parto gemellare presso l’Istituto Materno Regina Elena sito in Viale Angelico n. 28. All’origine il mio cognome era Potanzini, mio fratello Vittorio è deceduto a Roma in data 01/08/1958″ – inizia così il lungo post della donna, che oggi vive ad Ariccia e che ha spiegato di essere stata adottata un anno dopo, a luglio del 1959 da due splendidi genitori. “All’ età di 11 anni mia mamma mi ha detto che non ero nata da lei, a ero stata adottata. Non mi è mancato nulla, purtroppo il mio papà è morto quando io avevo 12 anni e mezzo e mia mamma ha riversato su di me tutto il suo amore”. E così quando lei provava a fare qualche domanda per conoscere le sue origini, la mamma adottiva cambiava discorso. Forse aveva paura di perderla.

“L’ho sempre rasserenata, stavo benissimo con lei, era la mia famiglia, anche i miei zii e cugini sono stati molto protettivi con me e ho ricevuto tanto amore. Con il passare degli anni sono diventata nonna e il mio pensiero è stato quello di conoscere le mie origini”. Prima un appello in televisione, poi l’incontro con il Comitato Origine Biologiche. Marisa, che oggi ha 66 anni, ha presentato la domanda di appello al Tribunale per i minorenni di Roma “per far sì – come ha spiegato – che la mamma biologica togliesse l’anonimato”.

“Vorrei solo chiudere un cerchio”

A Marisa non è mai mancato nulla: ha avuto la fortuna di incontrare due genitori che l’hanno cresciuta con amore. Ora ha una sua famiglia, i suoi nipoti, ma il pensiero di conoscere chi l’ha messa al mondo non è mai andato via. Spero di trovare il tassello che mi manca. Ad oggi, dopo vari incontri in tribunale e ricerche senza esito, la mia causa è stata archiviata. A questo punto mi domando ancora chi sono? A chi assomiglio? Da dove arrivo? Credo che questa mia verità non verrà mai svelata, se qualcuno sa, si faccia avanti non voglio rovinare ne tantomeno intromettermi nella vita di qualcuno. E’ solo un cerchio che spero si chiuda al più presto” – ha spiegato.

Perché la vita va avanti con alti e bassi, ma dal passato non si può scappare. Ritorna sempre, soprattutto quando alle tante domande le risposte sembrano non esserci. Dalla propria storia non si può fuggire.