La rabbia del presidente dei medici: “Abbandonati in prima linea contro il Covid, senza neanche essere vaccinati”

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“Noi medici siamo stati abbandonati. La scelta di vaccinare amministrativi prima dei medici è irrispettosa del nostro sacrificio. Se in una fabbrica, in Italia, fossero morte trecento persone in un incidente sul lavoro, sarebbe successa la rivoluzione. Perché non succede se a morire sono i medici, gli operatori sanitari?”. Così, al termine dell’Audizione alla Camera sul Recovery plan, il presidente dei medici italiani, Filippo Anelli.

“La scelta di vaccinare quasi mezzo milione di amministrativi, di persone non sanitari, quando ci sono ancora quasi 600mila operatori sanitari da vaccinare” è “l’espressione di un modello culturale”. In questo Paese “noi, ancora una volta, ci sentiamo abbandonati. In qualche maniera il rispetto che ci si deve viene meno quando si fanno scelte di questo genere”. Questo l’atto d’accusa formulato davanto ai deputati della Commissione XII Affari Sociali della Camera.

L’atto d’accusa del presidente dei medici

Anelli ha ricordato che “la pandemia di Covid ha messo in luce e amplificato carenze e zone grigie preesistenti nel nostro Servizio sanitario nazionale, frutto di decenni di tagli lineari e di politiche che vedevano la salute e i professionisti come costi su cui risparmiare e non come risorse sulle quali investire. Ha acceso impietosamente un riflettore su criticità e carenze che erano ormai strutturali. Carenze di personale, con medici ospedalieri che hanno dovuto fare turni anche di 24 ore di seguito, per poter gestire i pazienti che continuavano ad affluire senza sosta. Carenze a livello edilizio, con l’impossibilità, in molti ospedali, di separare i percorsi ‘sporco’ e ‘pulito’. Carenze strumentali, di posti letto, delle terapie intensive”.

Per il numero uno della Fnomceo “la sostenibilità economica del servizio sanitario nazionale non può e non deve passare attraverso una compressione del diritto alla salute e non può più passare attraverso la riduzione di risorse economiche e umane. Dobbiamo mettere un punto e a capo: lasciarci definitivamente alle spalle politiche di aziendalizzazione della sanità e di mercificazione della salute”, ha esortato.

“Dobbiamo ripartire, ricostruire il nostro Servizio sanitario nazionale sui principi che ne ispirarono la nascita: universalità, equità, uguaglianza. Principi che coincidono con i capisaldi del nostro Codice di deontologia Medica: umanità, solidarietà, sussidiarietà, tutela della salute individuale e collettiva, senza discriminazione alcuna, attuata attraverso la tutela della dignità, decoro, indipendenza e della qualità della professione. Non si può fare la sanità senza i medici”, ha detto Anelli.