70 anni fa nasceva Pietro Mennea. La sua lezione magistrale su sport e vita: “Solo chi non fa niente non fallisce mai” (video)

“Nello sport, nella vita non bisogna essere perfetti. Bisogna dare il meglio di se stessi, dando il meglio di se stessi si raccoglie qualcosa d’importante”. Parola di Pietro Mennea, il campione dei 200 metri, oro alle Olimpiadi di Mosca e primatista mondiale della specialità con un record che ha resistito nel tempo dal 1979 al 1996.
Mennea oggi avrebbe compiuto 70 anni. Un brutto male lo ha portato via 9 anni fa, il 21 marzo 2013, ma i ricordi delle sue gesta e della sua persona sono vivi per tutti i suoi tifosi e ben presenti nel cuore della moglie Manuela, laureata in Giurisprudenza all’Università degli Studi di Roma “La Sapienza” e dal 1997 noto avvocato in ambito civilistico. Nessuno meglio di lei può narrare nel dettaglio la ‘Freccia del Sud’, campione olimpico dei 200 metri piani a Mosca 1980 e primatista mondiale della specialità dal 1979 al 1996 con il tempo di 19″72: “Tutto ciò che è riuscito a fare è stato grazie ad una grande forza mentale – racconta la Olivieri – E’ sempre stato una persona desiderosa di imparare, sia nello sport che nell’atletica. Tornato dagli allenamenti, si rinchiudeva in camera e studiava. Il tutto in maniera molto discreta. Per esempio, diceva di andare a Barletta a trovare i genitori, invece si recava a Bari a fare gli esami per completare la sua prima laurea”.

Pietro Mennea, storia di una leggenda dello sport
Nel video di questa intervista pubblica, Pietro Mennea raccontava il suo approccio all’agonismo e allo sport. “Vincere nella vita è la cosa più difficile. Chi ti allena e ti è a fianco, deve darti gli insegnamenti di vita che vanno al di fuori dello sport”, diceva il campione di origine pugliese.
“Io metto alla base di tutto il lavoro – diceva ancora il campione olimpico di Mosca – La cultura dell’onestà, della verità. Con queste puoi costruire qualcosa d’importante. La vita è come una pista a 8 corsie. Le altre 7 le decidono gli altri. Una corsia ce la devono lasciare libera. La devono lasciare a chi sale in quella corsia, chi lavora, chi ha meriti, chi ha voglia di fare”. E ancora: “Incontro gente che mi dice: non ho mai fallito nella vita. Se non fai niente, ti credo che non fallisci. E’ bello provare, fallire e ripartire”.
“Nello sport, nella vita non bisogna essere perfetti. Bisogna dare il meglio di se stessi, dando il meglio di se stessi si raccoglie qualcosa d’importante”.