A casa di Maria Latella: investimenti top, risultati flop

Maria Latella
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L’ultima trovata della Rai sembra uscita da un romanzo: da un lato, si investono risorse importanti per realizzare un programma in appalto come “A casa di Maria Latella”, che nell’ultima puntata si attesta all’1,5% di share. Dall’altro, si chiede ai dipendenti di proporre idee innovative a titolo gratuito, rinunciando a qualsiasi diritto sui format creati. 

Il format di cui tutti sentivamo il bisogno

Si può definire format un’intervista a più persone attorno a un tavolo? Se sì, allora dovremmo pagare la buonanima di Luciano Rispoli, che nel 1983 realizzava “Pranzo in tv”, dove un gruppo di persone di diverse età ed estrazioni sociali sedevano intorno a un tavolo per pranzare e conversare in modo amichevole, commentando i fatti di attualità della settimana. In cosa consiste “A casa di Maria Latella”? Un talk show che ospita volti noti della politica e dello spettacolo attorno a un tavolo: vi ricorda qualcosa? Avevamo bisogno di un programma vecchio (andava in onda su Sky qualche anno fa) finanziarlo bene e affidarlo ad una giornalista di prestigio come Maria Latella​, che però è sconosciuta al pubblico Rai? Non è cattiveria nei confronti della grandissima professionista, è un semplice dato di fatto ed è strano che non sia stato rilevato dal marketing RAI, sempre attento a studiare indici di riconoscibilità e popolarità. 

Per compensare chiediamo idee “a gratis”

La contemporanea richiesta ai dipendenti Rai di partecipare al concorso “People24 – ConCorso di Idee”, dove viene “offerta” la possibilità di proporre format in cambio di un simbolico premio, suona quasi come una beffa. I lavoratori sono, infatti, chiamati, non solo a lavorare gratis, ma anche a cedere tutti i diritti sui progetti proposti, senza alcuna garanzia di ritorno economico o riconoscimento professionale. Il contrasto tra l’investimento per programmi costosi come quello della Level 33 (la società che produce il “format”) e il tentativo di risparmiare sulla creatività interna rivela, al di là delle battute, una gestione discutibile del servizio pubblico.

Rai in stallo

In un panorama mediatico sempre più dominato, da un lato da format comprati all’estero e dall’altro da programmi stantii, la Rai sembra aver perso la sua capacità di essere un vero incubatore di idee. L’ironia sta nel fatto che, pur chiedendo ai dipendenti di immolarsi per il bene del servizio pubblico, non si offre loro alcuna reale valorizzazione del loro contributo creativo. Si richiede infatti un impegno extra-lavorativo per sviluppare idee in tempi ridotti, in cambio di una ricompensa puramente simbolica, una modalità che rischia solo di alimentare frustrazione e disillusione tra i dipendenti.

Il vecchio che (non) avanza

Intanto il “non nuovo” programma di Maria Latella: “A casa di Maria Latella”, con Maria Latella che non lesina aneddoti e riferimenti a… Maria Latella, trasmesso da una Rai 3 in caduta libera, non è che non convince il pubblico, non lo intercetta proprio. Nonostante l’investimento economico e la presenza di ospiti di rilievo, i risultati in termini di ascolti sono deludenti: l’ultima puntata ha attirato solo 198.000 spettatori, pari all’1,5% di share​. Se si fosse mandato il monoscopio si sarebbe generata, almeno, un po’ di curiosità sui possibili motivi dell’interruzione del segnale, di sicuro più eccitanti delle digressioni di Cuperlo.