‘A mio figlio autistico è stato negato un gelato perché si muoveva troppo’: la denuncia della mamma contro quelle persone ‘senza cuore’

Bambino autistico

Il bambino si muoveva troppo, disturbava, dovevano andare via perché lì, in quel lido di Formia (in provincia di Latina), lui e sua mamma non erano ben accetti. Una storia che di inclusività e di empatia non sembrerebbe avere nulla, una vicenda che ha indignato tutti, tutte le persone perbene di Formia.

Come si può negare un gelato a un bambino autistico? Se lo domandano in molti e se lo domanda anche la mamma del piccolo, che sui social ha denunciato tutto e ha chiesto aiuto affinché episodi di questo tipo non capitino più. “Un episodio inqualificabile” – ha tuonato la donna, che ha messo nero su bianco tutto quello che è accaduto in una giornata d’estate, che sarebbe dovuta essere come tutte le altre. La passeggiata al mare, poi la ‘sosta’ al lido per il gelato. E invece no. Quel bambino autistico stava disturbando, secondo il gestore del lido e stando al racconto della donna. Quindi, doveva andare via.

Negato il gelato a un bambino autistico a Formia

“Un gestore del bar ha negato il gelato a mio figlio e anche a me quando mi sono avvicinata per chiedere spiegazioni sul diniego, rispondendomi che il bambino si muoveva troppo e che ce ne dovevamo andare. Nessuno dei ragazzi e adulti testimoni di questo inqualificabile diniego ha proferito una parola di contenimento o pace”. Nessuno, da come ha raccontato la donna è intervenuto. Tutti sembrerebbero essersi voltati dall’altra parte, come se nulla gli appartenesse. Tutti tranne un’avvocata, che con sua figlia si è avvicinata e ha regalato un giochino al bambino.

“Mio figlio ha pianto e compreso tutto. Ho abbracciato mio figlio e spiegato a lui e ai passivi spettatori che purtroppo c’è tanta gente che non accoglie e non prova a sforzarsi per accogliere la diversità” – ha continuato nel suo racconto. E la domanda viene spontanea: diverso da chi e in che senso? Il bambino non ha “un eloquio intellegibile ma un cognitivo funzionante, non è aggressivo ed è stimolato da noi famiglia a fare, ad avviarsi verso l’autonomia con me alle sue spalle che lo proteggo e vigilo su di lui sempre”. L’episodio ha ferito e ha fatto indignare molti. Alla fine del lungo post la mamma del piccolo ha fatto una sorta di appello perché quella che molti definiscono ‘diversità’ va accolta. Senza etichette perché “le diagnosi evolvono, ma le persone senza cuore no“.

La rabbia di Luca Trapanese

Una vicenda terribile sulla quale è intervenuto anche Luca Trapanese, l’assessore alle Politiche Sociali del Comune di Napoli e papà che ha adottato Alba, una bambina rifiutata da 30 famiglie per quel cromosoma in più. Lasciata in ospedale subito dopo la nascita perché diversamente abile. “Una vicenda tristissima sinonimo di ignoranza e impreparazione da parte della nostra società rispetto alla disabilità – ha scritto l’uomo sui social riferendosi a quanto accaduto a Formia.

Poi, però, ha voluto raccontare una storia bella perché, nonostante tutto, crede ancora nell’umanità. Una storia che viene da Minturno, a pochi chilometri da Formia, città che lui frequenta e conosce bene. “In piazza c’è la gelateria Happy Yo Minturno dove ogni sera Alba vuole andare. La signora ci aspetta, fa superare la fila ad Alba, le prepara il gelato perché già conosce i suoi gusti e glielo regala. Non è pubblicità, ma è solo per dire che abbiamo una speranza” – ha scritto.

E ce lo auguriamo perché forse non dobbiamo dimenticarci che dietro ognuno di noi si nasconde una storia. E dietro quei bambini c’è solo bisogno di amore, di più persone che sappiano prendersi ‘cura di loro’. In un mondo meno egoista, ma più solidale.