A Roma centro nessun nuovo negozio per tre anni: il Tribunale promuove il Campidoglio

L'area di Roma centro protetta dall'Unesco ed anche dalla deliberazione del Campidoglio, ma solo per tre anni, foto Wikipedia
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Roma, il Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio ha stabilito che nel centro storico della Capitale, o per meglio dire nell’area oggetto delle tutele Unesco, non sarà possibile aprire nuovi negozi per i prossimi tre anni, confermando la legittimità delle decisioni prese dall’Amministrazione comunale a fine 2023. Questo pronunciamento arriva dopo il ricorso presentato da una nota società privata, che aveva impugnato il provvedimento del Comune che impediva l’apertura di nuove attività commerciali nell’area di pregio storico e culturale della città eterna. In soldoni, questo è quanto riporta la sentenza n. 17020 del 1 ottobre del Tar del Lazio.

Il Tar del Lazio salva il centro di Roma: ma solo per tre anni

La controversia ruota attorno alla deliberazione n. 109 del 2023, approvata dall’Assemblea Capitolina a fine dicembre 2023, che ha introdotto un regolamento stringente per l’apertura di nuove attività commerciali nel centro storico di Roma. In particolare, l’articolo 16 del regolamento prevede un divieto triennale di nuove aperture, incluse quelle derivanti dal trasferimento di attività già esistenti fuori dalla zona vincolata. Questo divieto riguarda specificamente i negozi di alimentari di piccole e medie dimensioni. Nonché le attività legate alla vendita di souvenir, una misura che intende tutelare il patrimonio culturale della città e preservare l’equilibrio socio-economico del centro storico, dichiarato sito Unesco.

Il Tribunale promuove il Campidoglio

Il Comune di Roma aveva dichiarato inefficace la Segnalazione Certificata di Inizio Attività (SCIA) presentata dalla stessa società privata per l’apertura di un nuovo esercizio commerciale in via Capo le Case, rientrante nella “Città Storica” di Roma, citando come motivo la violazione delle nuove norme stabilite dalla delibera 109/2023.

Le motivazioni del ricorso

La società privata, tramite il suo legale, aveva impugnato il provvedimento, contestando la legittimità del divieto imposto dal Comune. Il ricorso si basava su diverse motivazioni, tra cui la presunta violazione della libertà economica garantita dall’articolo 41 della Costituzione italiana, che sancisce il diritto all’iniziativa economica privata. Secondo la società, il divieto avrebbe inoltre violato il principio di liberalizzazione delle attività commerciali stabilito dalla direttiva europea “Bolkestein” del 2006, nonché il Decreto Legge n. 201 del 2011, che promuove la libertà di apertura di nuovi esercizi commerciali su tutto il territorio nazionale.

La stessa società sosteneva che il divieto avvantaggiava ingiustamente gli operatori economici già presenti nel centro storico, creando una sorta di monopolio a loro favore. Inoltre, il ricorso metteva in dubbio la validità delle motivazioni alla base del divieto, ritenendo che fossero basate su criteri di saturazione del mercato non sufficientemente chiari e su una visione nostalgica del passato, che non riflette più la realtà economica attuale.

Il giudizio del TAR

Il TAR ha respinto tutte le censure sollevate dalla società ricorrente, confermando la legittimità del regolamento comunale. In particolare, i giudici hanno ribadito che l’articolo 41 della Costituzione, sebbene garantisca la libertà di iniziativa economica, pone limiti in caso di contrasto con l’utilità sociale e la tutela di beni culturali e ambientali. Considerando il centro storico di Roma come un patrimonio di valore universale, inserito nella lista dei siti Unesco, il Comune ha agito nel pieno rispetto delle normative internazionali e nazionali, adottando misure necessarie per preservare l’integrità e il decoro dell’area.

Inoltre, il TAR ha sottolineato come il divieto temporaneo non costituisca una violazione dei principi di libera concorrenza. In quanto le restrizioni riguardano tutti i nuovi esercizi commerciali senza discriminazioni e si applicano in maniera oggettiva. Il Tribunale ha ritenuto che le misure adottate dal Campidoglio fossero adeguate e proporzionate per far fronte alla pressione turistica e alla necessità di preservare l’identità storica e culturale del centro di Roma.

Conclusioni

La sentenza del TAR rappresenta un’importante vittoria per l’amministrazione capitolina, che vede confermata la propria linea di tutela e gestione del centro storico. Per i prossimi tre anni, quindi, non sarà possibile aprire nuovi negozi o trasferire attività commerciali già esistenti all’interno delle aree tutelate, una decisione che avrà un impatto significativo sull’evoluzione del tessuto economico e commerciale della Capitale.