A Roma ci attacchiamo all’autobus. E non è un fake
Che il trasporto pubblico a Roma sia in crisi è un dato di fatto. E che il tanto promesso potenziamento del servizio per far fronte all’emergenza covid sia ancora in larga parte rimasto sulla carta pure. Con le proteste quotidiane di studenti, lavoratori e pendolari. Ammassati ogni mattina sull’autobus o in metropolitana. Mentre anche il concordato sarebbe appeso a un filo, con l’Atac impegnata a vendere le rimesse per fare cassa. Ma quello che mostra la foto pubblicata questa mattina da diversi siti e quotidiani supera ogni immaginazione. E ci riporta con la mente ad alcuni film degli anni ‘30. Quando in piena crisi economica i ragazzini si ‘attaccavano’ letteralmente al tram. O alla famosa scena del ragionier Fantozzi. Interpretato dal grande Paolo Villaggio, che si butta dalla finestra di casa sua. A un metro di altezza dalla tangenziale est, direttamente sul tetto dell’autobus che sta passando. Per non fare tardi al lavoro. Ecco, verrebbe proprio da dire ci risiamo. Osservando i due giovani della foto che si fanno dare un passaggio. Con i piedi sul paraurti di un bus, aggrappati alla zona posteriore. Si può anche sorridere di questa scena, ma ovvio che viaggiare così può essere molto pericoloso. E indica certamente che qualcosa nel trasporto pubblico della Capitale ancora non va. Se non altro dal punto di vista dei controlli.
Atac, la capienza al 50% rimane sulla carta. E dei controllori neanche l’ombra
Autobus strapieno, e si viaggia così (anche per non pagare il biglietto)
La foto dei ragazzi appesi dietro all’autobus sta facendo il giro del web. E non potrebbe essere altrimenti. Chissà se la vettura era troppo piena, o se semplicemente i due non volevano pagare il biglietto. Ma comunque pensare che a Roma possa succedere anche questo ci fa capire quanto abbiamo toccato il fondo. Tra corse della metro saltate e navette strapiene, come accaduto ancora una volta ieri sulla linea A. Con conseguenti ritardi e assembramenti. Questa volta però ci siamo superati, neanche fossimo sul set di un film comico. E ovviamente, nessuno che controlla. Quanto sono lontani i tempi di Aldo Fabrizi e del suo celebre personaggio. Il bigliettaio che ripeteva ‘avanti, c’è posto’. Fotografia di un mondo e di una Capitale che non esistono più. Mentre ognuno fa come vuole, e assomigliamo sempre più a una gigantesca favela.