A Roma la mini-stretta di Capodanno anti-Piantedosi: solo una zona Rossa attorno a San Pietro

Da sinistra, il ministro Piantedosi, il Colosseo nel recente Capodanno, il sindaco di Roma Gualtieri
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Roma arriverà al 2025 – tranne cambiamenti dell’ultima ora – con una sola zona rossa attiva, ossia di sicurezza, attorno a piazza San Pietro e all’omonima basilica, ma niente di più. La parola “zona rossa” torna a farsi sentire, questa volta non per motivi sanitari, ma per ragioni di sicurezza pubblica. Il ministro dell’Interno ha diramato di recente una direttiva ai prefetti italiani, indicando di individuare aree urbane dove limitare l’accesso a persone con precedenti penali. L’obiettivo è garantire la sicurezza durante i festeggiamenti di Capodanno, con un focus particolare su stazioni ferroviarie, zone di movida e aree caratterizzate da microcriminalità e degrado.

A Roma una stretta più contenuta in versione anti-Piantedosi?

A differenza di città come Firenze, Bologna e Milano, dove queste misure sono già operative in centro città, nella Capitale l’applicazione è più limitata. Per ora, l’unica zona rossa prevista è quella attorno a San Pietro, una decisione influenzata anche dall’afflusso di pellegrini per il Giubileo. La circolare ministeriale lascia spazio a ulteriori valutazioni su eventuali altre aree sensibili da includere nei provvedimenti. Nessuna zona rossa verrà attivata nel centro di Roma, nonostante le celebrazioni che coinvolgeranno la Capitale per il capodanno.

Obiettivi delle zone rosse

Le zone rosse mirano a prevenire episodi di vandalismo, abuso di alcol e altre condotte che mettono a rischio la sicurezza pubblica. La strategia prevede non solo il rafforzamento dei controlli, ma anche l’allontanamento immediato dei trasgressori. Nei casi di recidiva, scatta la denuncia per violazione del Daspo urbano. Queste misure sono già state sperimentate con successo in altre città, dove hanno contribuito a ridurre gli episodi di criminalità nelle aree più critiche.

I risultati nelle altre città

A Firenze, dall’introduzione delle ordinanze lo scorso ottobre, sono stati emessi 66 ordini di allontanamento, con soli tre recidivi denunciati. A Milano, le zone ad alto rischio includono le aree delle stazioni ferroviarie e i quartieri della movida come il Duomo e i Navigli. Qui, i provvedimenti saranno in vigore fino al 31 marzo 2025 e colpiranno chiunque si renda responsabile di condotte pericolose o abbia precedenti per reati specifici.

Torino e altre città

Anche Torino si è adeguata con misure temporanee in piazza Castello, valide fino a Capodanno. Queste iniziative, adottate ai sensi dell’articolo 2 del Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza (Tulps), permettono ai prefetti di intervenire in situazioni di urgenza per garantire l’ordine pubblico.

Una strategia in evoluzione

Le zone rosse rappresentano un tentativo di coniugare sicurezza e libertà di fruizione degli spazi pubblici. Sebbene criticate da alcuni come misure emergenziali, i dati sembrano supportarne l’efficacia, almeno nelle aree già sottoposte a sperimentazione. A Roma, la stretta è appena iniziata, e le prossime settimane saranno decisive per valutarne l’impatto.