Aborto, Pro Vita e Famiglia: “La battaglia continua. I nostri legali al lavoro con decine di denunce”
La Onlus Pro Vita e Famiglia interviene con una nota stampa contro la campagna di disinformazione di queste ore. “Grazie alla nostra campagna e all’impegno di tutti stiamo smascherando le menzogne sull’aborto farmacologico”, dice Toni Brandi, presidente della Onlus.
Pro Vita: “I nostri legali sono al lavoro”
“I nostri legali – si legge nella nota di Pro Vita – sono al lavoro con decine di denunce, richieste di rettifiche alla stampa e numerosi ricorsi ai TAR regionali. Continuiamo la nostra battaglia per la verità sia in sede legale che operativamente per le strade d’Italia: dove, come a Milano, hanno rimosso o strappato i nostri manifesti della campagna #dallapartedelledonne stiamo inviando camion vela. E decine di nuovi cittadini e associazioni hanno organizzato altre affissioni e camion vela, da Busto Arsizio e Cesena fino a Cremona, Parma, Pavia, Forlì solo per dirne alcuni” così Toni Brandi, presidente di Pro Vita e Famiglia onlus.
“A Roma ringraziamo Mennuni e Politi”
“Ringraziamo poi – ha inoltre aggiunto il presidente della onlus – quanti stanno procedendo a difendere la nostra campagna con mozioni ed interrogazioni per la libertà di espressione e per la verità sull’aborto, nei Consigli Comunali e Regionali. Congratulazioni, per dirne solo alcuni, ai tanti coraggiosi consiglieri come, Lavinia Mennuni e Maurizio Politi a Roma, Matteo Forte e Max Bastoni a Milano, Filippo Bianchi a Bergamo. A Fabrizio Rossi e Francesco Torselli, Donatella Isca, Mara Ciarpi, Emanuele Cocollini, Andrea Asciuti in Toscana. A Matteo Montevecchi, Andrea Liverani, Alvaro Ancisi, Gianfilippo Rolando, Gioenzo Renzi in Emilia Romagna. A Francesco Agnoli, Giuseppina Coali, Mara Dalzocchio, Claudio Cia in Trentino Alto Adige”.
“Grazie alla nostra campagna e all’impegno di tutti stiamo smascherando le menzogne sull’aborto farmacologico. La letteratura scientifica è ricca di dati su decine di migliaia di casi con gravi complicanze in seguito all’utilizzo di questo farmaco e solo l’agenzia del farmaco americana riporta decine di donne morte per RU486” ha concluso Toni Brandi.