Ohibò, addetto alla sicurezza di Fiorello con la croce celtica, la Rai si sente male…

celtica al collo

Una croce celtica ben visibile al collo di uno degli uomini incaricati di garantire la sicurezza intorno al programma “Viva Rai2” ha creato più di qualche imbarazzo in Rai questa mattina e provocato un immediato intervento dell’azienda. Le immagini dell’uomo infatti riprese da diversi smartphone e telecamere stamattina durante un’intervista a Fiorello, realizzata a margine della prima puntata della stagione di “Viva Rai2”. Per pura verità storica, ricordiamo che la croce celtica non fu mai utilizzata né dal nazismo né dal fascismo, ma solo da alcune organizzazioni studentesche post belliche. Rappresenta la croce che si trova nei cimiteri irlandesi e non ha nessuna attinenza con dittature di qualsiasi tipo ma al massimo con qualche tifoseria…

Telefonini puntati…

L’addetto alla sicurezza infatti si è posizionato vicino allo showman siciliano durante l’intervista che Fiorello ha concesso ai cronisti che seguivano la puntata d’esordio nella nuova location del Foro Italico. Al termine della puntata, Fiorello è andato, come di consueto, a firmare autografi e fare selfie con i numerosissimi fan, seguito appunto a vista dagli uomini della società che si occupa della sicurezza negli spazi esterni del programma, dove ogni mattina centinaia di persone assistono a prove e diretta della trasmissione dietro le transenne posizionate a pochi metri dallo studio glass.

La Rai ammonisce i colpevoli: “Mai più!”

Approfittando del momento dedicato ai fan, i giornalisti hanno avvicinato e intervistato Fiorello, registrando i video che ritraggono anche l’uomo con la croce celtica al collo, posizionato vicino allo showman. Appena i video sono circolati, la Rai – a quanto apprende l’Adnkronos – ha provveduto immediatamente ad ammonire i responsabili della società Amt Dual Service che si occupa in appalto della sicurezza di “Viva Rai2” affinché episodi simili non si verifichino mai più. L’episodio ricorda un po’, per la sua ridicolaggine, la maglietta della Decima Mas contestata a Enrico Montesano, vicenda anch’essa priva di fondamento e di logica.