Addio a Gianfranco De Laurentiis, stile e professionalità della Rai di una volta (video)

gianfranco de laurentiis

È morto, a 81 anni, Gianfranco de Laurentiis, storico volto del giornalismo sportivo Rai. La sua carriera, iniziata al Corriere della Sera, decolla con l’arrivo in Rai nel 1972, in cui rimane per trent’anni. E’ stato il direttore della testata giornalistica sportiva Tgs dal 1993 al 1994, ma si è occupato anche di calcio, con ‘Diretta Sport’, ‘Dribbling’, ‘Domenica sprint’, e Formula Uno. Lascia la moglie Mirella e i figli Roberto e Paolo.

Gianfranco De Laurentiis: aggiornamenti sull’ultimo saluto

Per anni è stato anche volto della Formula Uno con la conduzione di “Pole Position” quando la Rai possedeva i diritti dei Grandi Eventi. Nel frattempo Mondiali ed Europei, personaggi e storie del calcio e dello sport e la capacità di entrare nelle case degli italiani con eleganza e professionalità. L’ultimo saluto sarà in forma strettamente privata.

Tra i primi a commntare la morte di De Laurentiis è stato Alessandro Antinelli, giornalista della testata sportiva della Rai: “Il mio primo maestro in Rai è stato Gianfranco De Laurentiis – ha scritto su twitter – Ogni sabato mattina aspettavo il suo giudizio e le sue legnate mentre vedeva i miei pezzi di Dribbling con la sigaretta all’angolo della bocca. Mancherai Gianfranco».

Fu allievo di Palumbo, Barendson e Ghirelli

Il giornalista romano amava ricordare i suoi tre grandi punti di riferimnto della professione: «Io ne ho avuti tre e tutti di scuola napoletana: Gino Palumbo, Maurizio Barendson ed Antonio Ghirelli». Al sito ExtraNapoli raccontava anche la differenza con le nuove generazioni. Lavorare per il servizio pubblico? «Una bella responsabilità. Al pari di molti miei ex colleghi godevamo di una grande credibilità anche presso gli stessi calciatori. Ricordo che una volta Zidane, che mai avevo conosciuto, mi mandò i saluti tramite un collega che era andato ad intervistarlo. Oggi è diverso. Per esempio chi fa il mercato spesso riceve l’imbeccata dal procuratore sol se in cambio “pompa” un po’ il suo assistito».