Addio a Jack Marchal, profeta del rock identitario e fumettista, che aprì i tombini ai “topi neri”
Se ne è andato a pochi giorni dal suo 76° compleanno, il 19 settembre, il francese Jack Marchal, cantautore, grafico, fumettista, attivista, scrittore. Marchal era dell’Alvernia, ma ha vissuto praticamente sempre a Parigi, dove ha avuto contatti con musicisti e attivisti politici italiani, come Junio Guariento della Compagnia dell’Anello. Già nel 1966, a vent’anni, feceva parte del Mouvement Occident, vicino a Pierre Sidos. Movimento che ebbe sin dal 1964 la croce celtica come simbolo. Fondò, nel 1968, il Group Union Défense. Contemporaneamente entrò in Ordre Nouveau, nel settore stampa e propaganda. Come esponente di ON partecipò alla fondazione, nel 1972, del Front National, per poi entrare in Forces Nouvelles. Come si vede, una vita tutta da una parte. Ma con una marcia in più, quella del rock e dell’arte visiva.
Il suo “rat noir” conquistò generazioni di missini
Fu lui il geniale creatore, già negli anni Sessanta, del “rat noir”, il topo nero poi ripreso in Italia da Sergio Caputo e poi Marco Tarchi, spesso armato di bastone. Non solo, era anche un valente grafico: creò quel “font” particolare, di tipo fumettistico, che fu poi utilizzato per anni per i manifesti del nostro Fronte della Gioventù. Intanto suonava e componeva canzoni. Il suo storico lp, “Scienze e Violence”, fu inciso nel 1979 con Mario Ladich, batterista del gruppo italiano Janus, e del francese Oliver Carré, morto in un incidente di moto nel 1994. L’album, vero cult del rock identitario, fu poi ristampato nel 1997. Jack Marchal era tra queli che accolsero nell’esilio parigino Massimo Morsello e altri esponenti di Terza Posizione. Marchal nel 2016 poi venne in Italia per partecipare al memorial di Massimino a Milano.
Jack Marchal partecipò al III Capo Hobbit in Abruzzo
Io lo conobbi negli anni Ottanta, quando venne in Italia con Jean-Marie le Pen per incontrare Giorgio Almirante. Nel 1980 poi venne al III Campo Hobbit a Castel Camponeschi in Abruzzo. Nel 1990 entrò come chitarrista nel gruppo rock francese Elendil, dal nome di un personaggio di J.R. Tolkien. Il “topo nero” di cui si diceva fu creato da Marchal per la rivista francese “Alternative” e poi ripreso sulla fiorentina “Voce della Fogna” di Tarchi, e conquistò i giovani missini per il suo disprezzo per il politicamente corretto che muoveva qualche decennio fa i suoi primi passi. Una volta definì la contestazione comunista del 1968, in Francia e in Italia, come l’iizio di una stagione di terrorismo ideologico, mentre la sinistra la contrabbandava come una stagione di falsa libertà.