Addio a Massimo Pedroni, autore sensibile e coraggioso: appassionato di politica e poesia

Conoscevo Massimo Pedroni da quasi cinquant’anni. Eravamo della stessa generazione, lui del 1957, io del 1955. E dello stesso quartiere, il Trieste Salario. Le nostre strade si erano incrociate alla Giovane Italia di via Tolmino, poi alla sezione di via Migiurtinia al quartiere africano, poi alla Trieste Salario in viale Somalia, a via Livorno e infine a via Sommacampagna, sede del Fronte della Gioventù. Era molto amico di Gaetano, detto Geppo, che era anche amico mio. Così cominciammo a frequentarci, anche al di fuori delle attività poilitiche, che in quegli anni riempivano tutte le nostre giornate. C’era un gruppo unitissimo, formato da Gianni, Maurizio, Giancarlo, Fabrizio, Flavio, Grissino, Giampiero, Sergio, Vittorio il feddayn, Geppo, a cui talvolta si univa Teodoro Buontempo, e altri di cui ora non ricordo i nomi ma solo i volti.
Quella volta che rubammo l’insegna della sezione del Pci…
Nel 1976 Massimo fu anche dirigente provinciale del Fronte. L’anno prima era stato aperto il circolo autonomo del Fronte di via Migiurtinia (che seguiva quello di via Noto), in un quadrlatero completamente rosso e scarsamente difendibile in quanto posto sotto il piano stradale. L’abnegazione dei militanti della sede, della quale Massimo faceva parte, non riuscirono a impedirne la chiusura pochi anni dopo, in quanto troppo pericolosa. Scontri quotidiani, tafferugli, ceto, ma anche pizze tra gli attivisti e gite fuori porta, come quella a Morlupo da Egidio De Mattia, episodio del quale è rimasta una foto che ritrae Massimo Pedroni felice insieme con i ragazzi di Morlupo. O anche goliardate tipiche di quegli anni, come portare via la grossa insegna della sezione del Pci di via Tigré e nasconderla…

Massimo Pedroni iniziò a fare teatro negli anni Settanta
Massimo andava a scuola al Duca degli Abruzzi, e fu inevitabile iniziare a frequentare la vicinissma via Sommacapagna: e il corrdinatore degli studenti del Fronte era allora un certo Gianfranco Fini. Ma questa era soltanto la prima vita di Massimo Pedroni. Contestualmente all’impegno politico infatti si era appassionato al teatro, alla recitazione, attività che avrebbe informato tutta la sua vita successiva. Teatro e politica erano mondi lontanissimi tra loro, ma Massimo si era appassionato e entrambe. Iniziò a Castel Sant’Angelo alla filodrammatica Amici del Teatro. Come ci disse, debuttò nello spettacolo L’antenato addirittura nel 1974. Poi si diplomò alla Scuola studio di Arti sceniche e si laureò in Giurisprudenza. Non capivamo il suo teatro, ma lo andammo a vedere parecchie volte lo stesso.
Apprezzato da chiunque abbia lavorato con lui
Poi si sposò con Paola Livraghi ed ebbe un figlio bellissimo, Goffredo, e andarono ad abitare nel centro storico di Roma. Tenne sempre i contatti con i vecchi amici, me compreso, anche se la frequentazione si diradò. Ma quando scoprì la malattia, la sclerosi multipla, che gli impedì di camminare (lui che fu anche un buon calciatore), Massimo si reinventò: attore, regista, autore radio televisivo, ha ricoperto ruoli di responsabilità nel teatro riscuotendo sempre grande apprezzamento da chiunque abbia lavorato con lui. E scrittore, anche: ha già pubblicato tre libri di narrativa, Ferdinand, La sfacciataggine del sogni e Alla Salute, quest’ultimo di carattere autobiografico,pubblicato nel 2008, con la prefazione di Giorgio Albertazzi, che di Pedroni fu maestro, amico ed estimatore. Collaborava anche con il Secolo d’Italia e altri giornali.
Collaboratore culturale del Secolo e di altri giornali
E non si può parlare delle opere di Massimo Pedroni se non si conosce la sua biografia, le cui vicende l’hanno portato, come dice lui. “a inciampare nella poesia”. Il sottotitolo della sua raccolta poetica Alla salute è infatti vivere contro la sclerosi multipla. Massimo Pedroni infatti è sempre stato uno sportivo, con un carattere estroverso, ottimista, entusiasta, innamorato della sua famiglia e del suo lavoro, con una passione particolare per la politica. Quando, circa 25 anni fa, fu aggredito dalla grave patologia, reagì non arrendendosi, e scrivendo quel libro. E oggi, che ha imparato a convivere con la sua vita, ha reagito scrivendo poesie, intese come diario intimo delle sue sensazioni. Massimo, grazie a Paola e Goffredo, ha avuto una bella vita. E rimpiango di non averlo frequentato di più negli ultimi anni, per colpa mia.
Rampelli: profondamente addolorato per la scomparsa di Massimo
“Siamo profondamente addolorati per l’improvvisa scomparsa di Massimo Pedroni, intellettuale, scrittore, poeta già componente del Cda del Teatro di Roma e oggi di Biblioteche di Roma, venuto a mancare questa notte”. Lo ha dichiarato il vicepresidente della Camera dei deputati Fabio Rampelli. “Con lui – ha detto – l’Italia perde un uomo di rara cultura, mitezza ed eleganza. La nostra comunità umana e politica perde un fratello che sin da ragazzo ha messo la sua vita e la sua intelligenza al servizio dell’Italia. Patriota autentico, sempre presente, animatore di gruppi culturali attraverso la sua originale prospettiva che in questi ultimi anni esprimeva con la poesia”. “Uno dei suoi libri, Viola – ha continuato – ho avuto l’onore di presentarlo alla Camera e ci stavamo preparando per la prossima raccolta in via di pubblicazione. Lo faremo lo stesso con sua moglie Paola e suo figlio Goffredo ai quali ci stringiamo in un affettuoso abbraccio di cordoglio”.