Affile, l’Anpi non molla contro il mausoleo al Maresciallo Graziani. Ma in Etiopia rimpiangono ancora gli Italiani

Ci risiamo. L’Anpi torna alla carica facendosi censore della storia. Decidendo chi è democratico e chi no. E cosa possono fare o non fare le amministrazioni pubbliche. Questa volta i partigiani del Terzo millennio se la prendono con il comune di Affile. Chiedendo l’abbattimento del mausoleo dedicato al Maresciallo d’Italia Rodolfo Graziani. Nativo di Filettino, piccolo comune del Frusinate. La polemica è vecchia, perché il sacrario venne eretto nel 2012. Allora la regione Lazio era guidata da Renata Polverini, e ad Affile il sindaco era Ercole Viri. Lo stanziamento pubblico, rientrava nelle opere di completamento del parco Radimonte. E l’opera venne inaugurata con tanto di banda musicale dell’Alta valle dell’Aniene. Un fatto che la sinistra non ha mai accettato. Con interrogazioni e prese di posizioni forti. Fino a quest’ultima dell’Anpi. Che ha diramato un comunicato, a firma della sezione provinciale di Roma. “Sabato 21 maggio la nostra Sezione sarà presente ad Affile, per chiedere l’abbattimento del memoriale del criminale di guerra Rodolfo Graziani”. Che fu viceré d’Etiopia durante l’AOI (Africa Orientale Italiana) e capo delle Forze armate della Rsi.

Affile, i partigiani ci sbattono il muso. Il monumento a Graziani non si tocca

Ma perché l’Anpi invece che ad Affile non manifesta a Mariupol?

Sembra surreale. Abbiamo una guerra in corso, con l’Europa e il mondo che trattengono il fiato. Dall’Ucraina arrivano le immagini terribili dei soldati del battaglione Azov che di arrendono ai russi. Svezia e Finlandia entrano nella NATO. L’Italia per la prima volta accetta di fornire aiuti militari a uno Stato sovrano. Il mondo è sottosopra. Per non parlare della pandemia, circoscritta ma ancora non vinta. Della crisi energetica, e delle famiglie italiane costrette a pagare bollette insostenibili. E l’Anpi che fa? Antifascismo militante. A parte che abbattere statue e simboli, sa molto di Unione sovietica. E non ha mai portato fortuna. Al di là dei giudizi storici. Sui quali lungi da noi ogni revisionismo. Anche se basterebbe chiedere cosa pensano gli Etiopi degli Italiani. E magari, cosa pensano altri popoli africani delle potenze coloniali democratiche. Che in quegli stessi anni, avevano imperi grandi quattro volte tanto. Acqua passata, in tutto il mondo. Tranne che per la sinistra italiana. Che tra gender, antifascismo militante e ius soli, sembra davvero sbarcata definitivamente su Marte.