Al Forlanini ci ritroveremo Carola Rackete e le Ong (video)
Al Forlanini magari ci ritroveremo Carola Rackete e le Ong, a meno che Virginia Raggi non blocchi tutto. Ieri Il Tempo ha dato notizia dell’incredibile – stavamo per scrivere vergognosa – decisione della Regione Lazio di cedere il complesso ospedaliero che finora ha lasciato ai barboni alle Ong. Si citava una memoria di giunta del dicembre scorso e siamo andati a cercarla. A leggerla bene c’è una scappatoia per far saltare l’operazione e ricominciare a ragionare sulla destinazione sanitaria – in tempi di coronavirus – della struttura che risale agli anni trenta.
Ricapitoliamo. Roberta Angelilli, battagliera esponente di Fratelli d’Italia (nella foto sopra) ha scovato negli uffici della regione – ancora ieri non si riusciva a rintracciarlo – un documento importante. E lo racconta nel video che pubblichiamo qui sotto.
La decisione sul Forlanini alle Ong
Ecco che cosa è successo. Il 10 dicembre scorso, alle 9 recita il verbale, si riunì la giunta regionale. La presiedeva Alessandra Sartore, assessore al bilancio e patrimonio, non c’erano né Zingaretti né il vicepresidente Leodori. Ma il governatore si materializzò un quarto d’ora dopo e tirò fuori la “memoria di giunta”. L’ordine del giorno – la “memoria” era all’ultimo punto e fu approvata prima – fu così incardinato nella discussione sul Forlanini.
Ne parlò la Sartore e alla fine la giunta deliberò un doppio impegno. Il si’ alla “cittadella delle organizzazioni internazionali” tra Fondo per lo sviluppo agricolo, programma alimentare mondiale e Ong non meglio identificate, se non allocate a Roma.
E la predisposizione dell’accordo col governo – promotore dell’intesa sulla pelle della sanità – “soltanto dopo la formale manifestazione di volontà espressa dal Comune di Roma Capitale di fornire il proprio supporto al progetto contenuto nell’accordo, partecipando attivamente alla collaborazione in esso prevista”.
La Raggi ha il pallino in mano
Nei giorni scorsi la Raggi si è detta favorevole al recupero sanitario della struttura. Ora ha in mano l’occasione per dimostrare a chi le ha dato della “strampalata” come l’assessore alla sanità della regione Lazio D’Amato – sempre lui il principe del galateo – che non si fa mettere i piedi in testa da nessuno. E fa saltare un’operazione che non è per niente chiara.
Del resto, nelle settimane scorse proprio in Campidoglio si è presa posizione favorevole al recupero sanitario del Forlanini con il solo Pd a dire incredibilmente di no. Se il Comune mantiene la posizione Carola Rackete e quelli come loro possono tranquillamente restarsene a casa loro.
In questa vicenda la regione si è comportata davvero male. Prima abbandonando il Forlanini al degrado che non meritava. Poi tentando di approvare quasi di nascosto una destinazione assolutamente lontana dallo scopo per cui l’ospedale era sorto. E infine prendendo a male parole tutti quelli – dal professor Massimo Martelli a novantamila romani firmatari di una petizione popolare ad hoc – che vorrebbero il rispetto della vocazione originaria dell’area.
Chi chiede di riaprire almeno un’ala del Forlanini per un centinaio di posti letto di terapia intensiva lo fa per ridare una speranza alla gente di Roma. La sinistra non vuole e ha tacitato persino quelli di Italia Viva che sembravano pronti alla battaglia e ora sono spariti. Verificheremo se almeno la Raggi farà seguire i fatti alle parole. No al Forlanini alle Ong.