Albano, rogo al commissariato di Polizia: le Procure di Velletri e Roma sulla pista anarchica


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Le fiamme che tra domenica e lunedì hanno devastato il parcheggio del commissariato di Polizia di Albano, distruggendo 16 veicoli, potrebbero non essere un episodio isolato. Le indagini, coordinate dalle Procure di Velletri e Roma, si concentrano sulla pista anarchica, un’ipotesi rafforzata dalla similitudine con l’attentato incendiario avvenuto pochi giorni prima a Castel Gandolfo, dove furono colpiti i mezzi dell’Arma dei Carabinieri.

Albano, rogo al commissariato di Polizia, si indaga sulla duplice pista anarchica

Gli investigatori ritengono che dietro i due episodi possa esserci la stessa matrice, riconducibile agli ambienti anarchico-insurrezionalisti. La criminalità organizzata, infatti, utilizza altri metodi per lanciare messaggi intimidatori e difficilmente ricorre a simili azioni eclatanti. La Digos sta ora approfondendo le modalità dell’attacco al commissariato, avvenuto con il lancio di almeno due molotov nel parcheggio della struttura. Le telecamere di sorveglianza della zona e altre fonti video sono al vaglio per individuare il percorso di fuga degli autori e l’eventuale mezzo utilizzato per allontanarsi.

L’attentato non appare casuale nemmeno nel suo tempismo. L’incendio a Castel Gandolfo era avvenuto durante il Giubileo delle forze armate, un evento simbolico per le istituzioni. Questo rafforza l’ipotesi che gli attacchi possano essere legati a un’azione premeditata contro le forze dell’ordine, sfruttando eventi di rilevanza pubblica per massimizzare l’impatto mediatico.

Un’unica indagine per due episodi

La Procura di Velletri, inizialmente competente per territorio, ha trasmesso il fascicolo anche alla Procura di Roma, che già stava indagando sull’incendio di Castel Gandolfo. Gli inquirenti si aspettano una possibile rivendicazione, una pratica consueta nei circoli anarchici, anche se i tempi tra l’azione e la dichiarazione di responsabilità possono variare. In passato, episodi simili sono stati giustificati o sostenuti da ambienti legati alla protesta radicale. Anche senza una rivendicazione diretta.

Gli attentati incendiari non sono una novità nella Capitale. Nell’ottobre del 2024, due quadri elettrici furono dati alle fiamme nei pressi di un McDonald’s in via dei Prati Fiscali. Con scritte di solidarietà alla causa palestinese. L’attacco venne poi rivendicato. Nel corso dell’anno, azioni simili hanno preso di mira infrastrutture e attività commerciali considerate simboli del potere economico e politico, come l’incendio all’Italferr e gli atti vandalici contro un supermercato Carrefour. Durante una manifestazione contro la violenza sulle donne.

L’incendio come strumento di lotta

Per gli ambienti anarchici, il fuoco è spesso un’arma di protesta, utilizzata per creare disordine e attirare attenzione su determinate cause politiche e sociali. Le motivazioni dietro questi attacchi sono spesso riconducibili a temi di attualità internazionale, come la guerra in Medio Oriente o il conflitto in Ucraina, oltre a una generale avversione nei confronti delle forze dell’ordine.

Sebbene la pista anarchica sia quella attualmente più accreditata, gli investigatori non escludono altre ipotesi. Si sta verificando anche se possano esserci connessioni con piccoli gruppi criminali locali, specialmente in un’area come quella dei Castelli Romani, dove recenti operazioni delle forze dell’ordine hanno smantellato importanti reti di narcotraffico, lasciando spazio a nuove leve in cerca di affermazione.

Indagini serrate

Tutto il materiale raccolto sul luogo dell’attacco di Albano è stato trasferito nei laboratori della Scientifica per essere analizzato. Parallelamente, si cerca di ricostruire con precisione i movimenti dei responsabili. Le immagini delle telecamere potrebbero rivelarsi decisive per individuare l’identità di chi, con una tuta di plastica, ha scagliato le bottiglie incendiarie.

Le indagini proseguono a ritmo serrato, con l’obiettivo di individuare e fermare gli autori di questi atti incendiari, che sembrano inserirsi in una strategia più ampia di sfida alle istituzioni. Gli inquirenti sono determinati a fare luce su una vicenda che scuote la sicurezza pubblica e richiama l’attenzione sulle minacce legate all’eversione anarchica.