Alberto Sordi, altro che avaro. In segreto era un benefattore (video)

Il grande e popolare Albertone è passato alla storia come uno dei più grandi attori che abbia mai calcato le scene del cinema italiano. E giustamente, perché le sue decine di personaggi e la sua romanità irresistibile hanno fatto storia. Ma non si sa perché, Alberto Sordi è spesso passato alle cronache come una persona avara. Molto impegnato sul lavoro ma incapace di godersi la sua enorme fortuna. Mai una festa nella sua splendida villa all’Aventino, le serate trascorse con la sorella Aurelia. In pantofole a godersi la televisione. Lontano da quelle manifestazioni di solidarietà e di beneficienza con cui molti altri attori e personaggi famosi riempiono le cronache. Magari per ritagliarsi qualche minuto in più di popolarità. Di tutto questo Sordi non aveva certamente bisogno, perché per lui ha sempre parlato il suo smisurato talento. Una volta ebbe a dichiarare, vedete io devo tutta la mia fortuna alla gente più semplice. Tutti quelli che con grandi sacrifici hanno  sempre comperato il biglietto del cinema per venirmi a vedere. Se sperperassi il denaro che ho, offenderei per primi proprio loro. Così Albertone non ha mai avuto una barca personale. E ha sempre viaggiato su una macchina media, come un perfetto italiano medio. O un borghese piccolo piccolo. volendo fare il verso ad una sua celebre pellicola. Ma era solo modestia e riservatezza. Doti che in genere caratterizzano i giganti.

Sarà Museo Sordi. Sconfitti i 37 falsi eredi di Albertone

Alberto Sordi era un benefattore. Adorava i frati cappuccini, e ancora oggi il suo sketch con Mike Bongiorno è irresistibile.

Alberto Sordi era un grande benefattore, ma non amava farlo sapere. O mettersi in mostra quando voleva mettere in pratica azioni di solidarietà. Come testimoniano le sue frequenti donazioni ai frati cappuccini. Sono nato con il convento dei cappuccini davanti, spiegava Albertone a un Mike Bongiorno giovane e ossequioso. Non quelli del bar, intendo proprio i frati. E le donazioni le facevo si, perché producevano un elisir fantastico. E speravo che con i miei soldi potessero produrre più liquore, e farlo anche meglio. Non perdeva mai il vizio di ridere l’attore romano, e meno male che non ha visto quello che è successo con la sua eredità. Decine di pretendenti veri e presunti a reclamare la sua enorme fortuna. A cominciare dalla splendida villa all’Aventino che forse è stata l’unico grande lusso che Albertone si è voluto regalare. E poi i diritti sulla sua sterminata produzione cinematografica. Non avevano avuto scrupoli i sedicenti eredi, puntando alla interdizione della sorella Aurelia. Che aveva lasciato la gran parte dell’eredità di Sordi alla cuoca e al giardiniere. Le persone più semplici e realmente vicine alla famiglia che avesse conosciuto. Dopo una durissima battaglia legale, anche se non c’è più Aurelia ha vinto. Perchè il suo testamento è stato riconosciuto pienamente legittimo. Chissà che risate si faranno da lassù fratello e sorella alla faccia degli approfittatori e di chi li voleva male.

Adesso la grande villa di Sordi diventerà un Museo pubblico, come lui stesso avrebbe voluto. Con tanto di scuola di formazione per i giovani talenti del cinema italiano e romano. Veramente ad essere precisi, Albertone aveva pensato anche di realizzare nella sua dimora un ospizio per anziani in difficoltà. Per i più poveri e gli emarginati. Chissà che anche questa ultima parte dei suoi desideri alla fine non vada in porto. Allora certo, della presunta avarizia  di Sordi non potrebbe più parlare nessuno.