Algoritmi rossi: l’ex brigatista Etro insulta ancora su Fb senza censure


C’è un algoritmo su Facebook che consente al terrorista rosso Raimondo Etro di insultare chi vuole. Un algoritmo strabico, che blocca invece le pagine Facebook di esponenti di Fratelli d’Italia o di CasaPound per inezie.

Ma quando gli insulti colpiscono uomini di destra, gli esperti di Zuckeberg dormono.  Succede sempre più spesso con  l’ex Br Raimondo Etro. Ha vomitato contumelie contro il filosofo sovranista Diego Fusaro e contro il responsabile Social della leader di FdI Giorgia Meloni, Tommaso Longobardi.

Nessuno lo ha bloccato. Le segnalazioni sono cadute nel vuoto. Così Etro, che ha già sputato veleno contro Meloni in altre occasioni, si è scatenato con queste frasi ripugnanti, che lo qualificano.

Perché il terrorista Etro ha la licenza di insultare?

”Tommaso Longobardi e Diego Fusaro – ha scritto in un post di alcuni giorni fa, con tanto di foto dei due – Giovanotti che esistono soltanto perché un ovulo fascista e uno spermatozoo comunista si sono accoppiati dopo essere stati attirati da un pezzo di sterco sodo”.

Una ignobile sequela di insulti, che non è stata censurata. Strano per gli algoritmi di Facebook, che poi censurano l’impensabile. Come quando hanno bloccato, per esempio, Rachele e Caio Giulio Cesare Mussolini, pronipoti del Duce, perché con un cognome “politicamente scorretto”.  Ma ancora più singolare è stato il caso di una concessionaria di automobili del Nord Est. La sua pagina Fb è stata cancellata dai Social senza spiegazione alcuna. La colpa della quarantennale autoconcessionaria? Avere un titolare che di cognome si chiama “Negro“. Solo una lunga diatriba via mail ha consentito agli imprenditori veneti di tornare a fare promozione della loro azienda.

A Etro, invece, è consentito scrivere insulti (e minacce più o meno velate). Come quando il centrodestra ha denunciato il fatto che il terrorista rosso percepisse il reddito di cittadinanza.

Sono tempi strani questi per i Social. Dove Donald Trump viene censurato da Twitter, ma un pregiudicato per gravi reati di sangue può insultare impunemente chi vuole.