Allarme di Legambiente: Roma protagonista di eventi estremi: cambiare rotta

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Tra le città italiane, Roma segna il record degli eventi estremi registrati negli ultimi 10 anni. Sono stati ben 47, di cui 28 allagamenti a seguito di piogge intense. In 13 casi è stata causata l’interruzione, con danni, di infrastrutture viarie e ferroviarie, 5 le trombe d’aria e un evento legato alla siccità prolungata. E sempre a Roma la temperatura media nel periodo 2001-2018 è salita di 0,8°C rispetto ai trent’anni precedenti (1971-2000). Nello stesso arco temporale sono aumentate anche le giornate con temperature estreme e il numero di notti tropicali. Lo rileva il report CittàClima presentato oggi da Legambiente.

Roma, record dell’aumento di temperatura

Inoltre, secondo l’ultima ricerca dell’European Data Journalism Network che ha confrontato le serie storiche delle temperature dei comuni italiani, a Roma va il record dell’aumento di temperatura con +3,65°C dal 1960 a oggi. “Il clima è già cambiato e a Roma gli impatti sono evidenti, con il numero record di eventi estremi provocati dalle condizioni meteorologiche e con un drammatico primato nell’aumento della temperatura”, commenta Roberto Scacchi, presidente di Legambiente Lazio. A rendere più critica la situazione è stato anche il fenomeno delle isole di calore. “Nei 60 anni presi in considerazione si è continuato a costruire senza tregua rendendo sempre più impermeabile il suolo. Il numero di automezzi inquinanti e l’uso di condizionatori è cresciuto a dismisura – continua Scacchi -.

Meno cemento, più parchi

Oggi, adattare il territorio di Roma al clima mettendo in sicurezza le persone, vuol dire fermare l’edificazione e la possibilità di nuovo cemento. Puntare su parchi urbani e periurbani, difendere ogni metro quadro di area verde, sostituire lo sciagurato taglio indiscriminato di alberi che vediamo in questi anni con vere politiche di sostituzione del patrimonio arboreo”. “Il Tevere, l’Aniene e tutto il reticolo fluviale secondario, poi, va messo in sicurezza con il grande strumento dei contratti di fiume, rinaturalizzando il gli alvei, le sponde e gli ambienti ripariali. È questa la grande sfida che si para davanti alla capitale per i prossimi anni. Una trasformazione quantomai necessaria per contrastare le conseguenze dei mutamenti climatici”, conclude il presidente di Legambiente Lazio.