Amatrice 8 anni dopo, commemorazione in ricordo delle vittime del sisma

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L’Italia non dimentica la tragedia che ha colpito Amatrice, Arquata del Tronto e Accumoli otto anni fa, quando una scossa di magnitudo 6.0 ha distrutto queste comunità, causando la morte di 299 persone. Amatrice, conosciuta in tutto il mondo per la pasta all’amatriciana, divenne simbolo di dolore e devastazione la notte del 24 agosto 2016, quando il terremoto rase al suolo il centro storico della città.

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Ore 3:36 del mattino

Il sisma colpì alle 3:36 del mattino, sorprendendo residenti e turisti nel sonno, molti dei quali erano tornati ad Amatrice per partecipare alla sagra locale. In pochi istanti, la città si trasformò in un inferno di macerie, polvere e grida disperate. I sopravvissuti, insieme ai soccorritori, si misero a scavare a mani nude nel buio, cercando disperatamente di salvare i propri cari intrappolati sotto le rovine.

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Ad Amatrice si svolge la commemorazione

Per queste ragioni, oggi, sabato 24 agosto ad Amatrice si sta svolgendo una commemorazione in ricordo delle vittime del devastante sisma che distrusse gran parte della città, rendendola simbolo di una tragedia nazionale. Prima, era stata depositata una corona d’alloro presso Monumento dedicato alle vittime del terremoto.

“È un silenzio di rispetto, anzitutto per chi non c’è più – ha detto durante l’omelia il vescovo Vito Piccinonna – Ma pure per i famigliari e per chi continua a vivere qui o col desiderio di ritornarci. Manteniamo fermo l’intento di essere e fare comunità, una comunità che non permette alla disperazione di prevalere, nonostante tutto. Ce lo chiedono i nostri cari, come pure questi nostri territori e quanti li abitano, desiderosi di vedere il cielo finalmente aperto!”.

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Appello del sindaco Cortellesi alla Meloni

La comunità si riunirà presso il Monumento dedicato alle vittime per ricordare quel tragico evento. Il sindaco di Amatrice, Giorgio Cortellesi, ha rivolto un appello alla Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, invitandola a visitare la città per discutere delle sfide che la ricostruzione sta ancora affrontando. Cortellesi ha sottolineato che la ricostruzione deve essere non solo fisica, ma anche culturale, morale, sociale ed economica, per prevenire lo spopolamento delle aree appenniniche, una delle priorità dichiarate del governo.

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576 cantieri, 118 case ricostruite

Nonostante le difficoltà, alcuni progressi sono stati fatti: 11 aggregati sono stati avviati nel centro storico, 576 cantieri sono in corso tra il centro e le frazioni, e 118 case sono state ricostruite. Tuttavia, rimangono questioni irrisolte, come la gestione delle strutture abitative emergenziali (SAE), il ritorno dell’intero ciclo scolastico dell’Alberghiero ad Amatrice, e la necessità di una “Zona Economica Speciale” per i territori maggiormente colpiti dal sisma, come Amatrice, Accumoli e Arquata del Tronto. La ricostruzione è ancora un processo complesso e lungo, ma la comunità continua a lottare per rinascere dalle macerie e preservare la memoria di coloro che hanno perso la vita in quella tragica notte.

In una giornata di silenzio e ricordo, continuano i lavori di ricostruzione pubblica e privata dell’Ufficio Speciale Ricostruzione (USR) dopo un anno di lavoro della Giunta Rocca.  Con attenzione al Centro storico di Amatrice, dove è stato attivato il Supercantiere gestito dall’Ufficio Coordinamento Cantieri (Ucc), istituito dall’USR per coordinare e facilitare la contemporanea esecuzione di opere pubbliche e private. 

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Francesco Rocca: “Saremo al loro fianco, passo dopo passo”

“Queste zone così ferite devono tornare a vivere. Il tempo trascorso non ha fiaccato la forza e la voglia di lottare degli straordinari abitanti di un’area del Lazio pesantemente colpita, ma che non ha mai smesso di credere nel futuro. Saremo al loro fianco, passo dopo passo”.  Lo ha dichiarato in una nota il presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca.

Manuela Rinaldi: Oggi è un giorno di rispetto

“Oggi è il giorno del silenzio e, soprattutto, del rispetto per le vittime che ci hanno lasciato quella lunga notte del 24 agosto 2016. È giusto ricordarle e rinnovare il nostro impegno per una ricostruzione che miri alla valorizzazione dell’Appennino centrale, un progetto che non prevede azioni individuali, ma un lavoro corale per il bene della comunità. Oggi è il giorno del rispetto, spesso venuto meno, specialmente quando si tenta di insabbiare il lavoro trasparente che, da un anno, stiamo portando avanti. La ricostruzione non deve solo rialzare i campanili, simbolo della cultura e della storia di questi borghi, ma deve essere progettata per garantire una rigenerazione anche socioeconomica sostenibile a questi luoghi che, negli ultimi anni, purtroppo, sono stati solo simbolo di sofferenza e abbandono”, ha dichiarato l’assessore ai Lavori pubblici, alle Politiche di ricostruzione, alla Viabilità e alle Infrastrutture della Regione Lazio, Manuela Rinaldi.

“Per realizzare tutto ciò sono necessarie azioni corali, anche attraverso critiche costruttive, per ricordare costantemente chi ci ha lasciato quella notte del 24 agosto e ridare nuova vita a queste terre stupende. Dopo un anno di lavoro costante, per il quale ringrazio nuovamente i tecnici e gli uffici, finalmente la ricostruzione significa futuro. Abbiamo annunciato un anno fa che il tempo delle promesse è finito e, infatti, da molti mesi il silenzio di molti borghi del Cratere ha lasciato spazio al suono meccanico dei lavori. Dopo otto anni, con errori e abbandoni di chi ci ha preceduto, finalmente possiamo dire che la ricostruzione è iniziata”, ha concluso l’assessore alla Ricostruzione della Regione Lazio.