Ambulanze e pronto soccorso al collasso. E la Regione pensa all’esercito

Ritorna il COVID. Con la positività che schizza di nuovo in alto, e oltre un milione di contagiati in tutta Italia. In più fa caldo, ci sono gli incendi. E il sistema delle ambulanze e dei pronto soccorso è andato di nuovo in tilt. Come se i mesi scorsi non avessero insegnato nulla. Così si rivedono le file delle ambulanze. Ferme davanti agli ospedali, con i pazienti dentro. In attesa che si liberi un letto. Una agonia che a volte dura molte ore. Con i mezzi di soccorso che rimangono fermi e inutilizzabili. Un autentico dramma, aggravato anche dalla carenza di infermieri. Indispensabili per legge. Perché a loro spetta il compito di allestire le ambulanze prima della chiamata. E di consegnare il report al turno successivo. Cosa impossibile, se rimangono bloccati per ore in vettura. Così Regione e Ares 118 stanno pensando anche alla possibilità di raddoppiare i turni. Ed è aperto un tavolo con i sindacati. Mentre per trovare altre ambulanze, si tira in ballo addirittura l’esercito.

Sanità regionale al collasso: guai ad avvicinarsi a un Pronto soccorso…

Centinaia di chiamate al 118 in attesa. E la Regione pensa alle ambulanze militari

Come riportato anche da Il Messaggero, alle sette di ieri mattina, orario di fine del turno di notte, c’erano ancora 105 chiamate in attesa e 45 mezzi fermi in fila.

Sempre ieri, dopo pranzo, la situazione stentava a migliorare: 37 mezzi fermiin coda ai pronto soccorso e 75 chiamate in attesa. Un piccolo miglioramento arriva poi nelle ultime ore, ma in Regione non lo considerano sufficiente per ripristinare una situazione di normalità operativa. Per questo è partita la caccia ai nuovi mezzi di soccorso. Anche ricorrendo a quelli dell’esercito.