Amianto, Cotral condannata al maxi risarcimento: 500 mila euro per la famiglia del dipendente morto a 37 anni
Ancora una condanna, stavolta durissima a livello economico, per Cotral a causa dell’amianto. La Corte di Appello di Roma ha infatti condannato la società di trasporto pubblico del Lazio a risarcire 500mila euro alla famiglia di Luigi Pennacchietti, un operaio deceduto a soli 37 anni per cancro ai polmoni, causato dall’esposizione all’amianto durante il lavoro.
Pennacchietti, elettromeccanico e manutentore di mezzi rotabili, aveva trascorso nove anni nelle officine di Roma Centocelle smontando apparecchiature contenenti amianto. I primi sintomi della malattia sono emersi nel 1992, portandolo alla morte poco tempo dopo.
La battaglia legale: sigarette e amianto
La vicenda legale ha attraversato una lunga battaglia giudiziaria: inizialmente sia il Tribunale che la Corte di Appello avevano respinto le richieste della famiglia, attribuendo la colpa prevalente al fumo di sigaretta. Tuttavia, il ricorso presentato dall’avvocato Ezio Bonanni, presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto e legale della famiglia, ha cambiato le sorti del caso. La Corte di Cassazione ha infine confermato che la morte di Pennacchietti è stata causata dall’esposizione all’amianto, in sinergia con il fumo di sigaretta, come stabilito dalla Consulenza Tecnica d’Ufficio (CTU).
Questa sentenza assume una portata rilevante, stabilendo che il datore di lavoro è corresponsabile della morte del lavoratore anche se quest’ultimo era un fumatore. Il principio fondamentale è che l’amianto, in combinazione con il fumo, ha contribuito in egual misura alla malattia fatale.
“La decisione della Corte è storica – ha dichiarato l’avvocato Bonanni – perché riconosce la responsabilità del datore di lavoro anche quando il lavoratore fosse un fumatore, qualora l’esposizione all’amianto abbia giocato un ruolo determinante nello sviluppo del tumore polmonare”.
I precedenti
Già in passato Cotral era stata condannata a pagare gli eredi di dipendenti morti a causa dell’esposizione all’amianto durante il lavoro. Nel corso del 2023 si era registrato un altro caso di risarcimento. Si tratta di quello per la morte di Vincenzo Cecchini, autista di linea morto a 59 anni per adenocarcinoma polmonare da amianto.
L’uomo prima aveva svolto per oltre dieci anni la mansione di operaio e manovale d’officina per Cotral. Poi era passato a fare l’autista. Ma, prima di mettersi alla guida, aveva svolto lavori che riguardavano anche la manutenzione delle scale mobili delle stazioni della metropolitana di Roma. E qui era stato a contatto con le componenti in amianto.