Anelli a 7Colli: “La giovane dottoressa Silvia Camilli è una vittima indiretta del Covid”

Silvia Camilli

Si chiamava Silvia Camilli, aveva 32 anni ed era il primo incarico da medico, la giovane dottoressa romana morta ieri mattina in provincia di Bari. Silvia aveva accolto con entusiasmo la proposta di lavoro all’ospedale di Putignano per l’emergenza Covid.

Stava tornando a casa a Gioia Del Colle, dopo aver lavorato in ospedale, quando la sua auto è finita fuori strada. Era a bordo di una Toyota Aygo quando la vettura, per cause non ancora accertate, si è ribaltata finendo oltre il muretto che delimita la carreggiata. Non è riuscita a gestire più la sua auto ed è finita nei campi adiacenti alla Provinciale, dopo essersi ribaltata più volte. Plausibilmente un colpo di sonno, Silvia aveva finito il turno di notte. Alla fine di un turno massacrante. Ore spese per assistere proprio i malati di coronavirus che affollano l’ospedale pugliese.

Silvia Camilli, 32 anni, era specializzanda a Tor Vergata

Silvia era una specializzanda dell’Università Tor Vergata di Roma e la sua morte ha colpito profondamente tutta la comunità medica. Una vittima “collaterale” del Covid per il presidente della Fnomceo, la Federazione nazionale degli Ordini dei medici, Filippo Anelli. In quanto presidente anche dell’Ordine di Bari, Anelli è rimasto doppiamente colpito dalla tragica notizia.  

Il presidente dei medici italiani: “Silvia è una vittima indiretta dalla pandemia”

“Un’altra vittima della pandemia, seppure indiretta – dichiara a 7Colli Anelli – Un medico, una giovane collega, che non ha esitato un momento a dire il suo sì a una richiesta d’aiuto, che non si è risparmiata, e ha donato la sua vita per portare a termine il suo dovere. Silvia Camilli, così come gli altri 275 medici caduti per il COVID, così come tutti i medici impegnati nella gestione dell’emergenza, incarna i principi del nostro Codice e del nostro Giuramento: a lei, a quel dire sempre sì a chi chiede un aiuto, va, per sempre, il nostro grazie”.