Antitrust, faro sulle manutenzioni dei mezzi Ama: “Accordi per fare cartello”

I camion Ama

Sarà un caso che nella zona Roma Est in questi giorni – come denunciato da 7colli.it – le strade sono piene di rifiuti a causa di mancanza di camion madre, i compattattori che portano l’immondizia in discarica? Stando al faro puntato dall’Antitrust no.

Nuova emergenza rifiuti a Roma est, mancano i compattatori: quartieri invasi dalla monnezza

L’indagine

L’Antitrust ha avviato un’istruttoria per presunta intesa anticoncorrenziale nelle gare bandite da Ama. Il procedimento è nei confronti di sette società attive nella manutenzione e nella riparazione di veicoli: Autofficina F.lli Pennesi, Mfm, Autofficina Pontina, Drive Line Service, Italmeccanica, Pagliani Service, Raggruppamento Officine Meccaniche Ar.Ma. Le gare riguardano il servizio di manutenzione su autotelai cabinati e complessivi meccanici a marchio IvecoMercedes e Renault.

Il blitz

Mercoledì 12 giugno i funzionari dell’Autorità hanno svolto ispezioni nelle sedi delle società e di altri soggetti ritenuti in possesso di elementi utili all’istruttoria con l’ausilio del Nucleo Speciale Antitrust della Guardia di Finanza. Un blitz che ha portato al sequestro di un grosso quantitativo di materiale contabile.

Il Garante

Il procedimento, spiega il Garante della concorrenza in una nota, nasce da una segnalazione trasmessa da Ama secondo cui i partecipanti alle tre procedure bandite tra marzo e maggio 2023 per l’affidamento del servizio di manutenzione su autotelai cabinati e complessivi meccanici di marca Iveco, Renault e Mercedes avrebbero fatto cartello. In particolare, le modalità di partecipazione hanno evidenziato “una assenza di concorrenza in tutte e tre le procedure ed esiti insoddisfacenti per la stazione appaltante”. Le criticità sarebbero continuate anche nella procedura di gara bandita da Ama nel dicembre 2023, a seguito della revoca delle prime tre procedure competitive. Le sette società potrebbero dunque avere violato l’articolo 2 della legge n. 287/1990, spiega l’Antitrust.