Antonello Fassari, morto l’attore de “I Cesaroni”: “Che amarezza”, aveva 72 anni

Se ne è andato in silenzio, ma lasciando un vuoto che fa rumore. Antonello Fassari, attore romano dall’anima graffiante e inconfondibile, è morto all’età di 72 anni dopo una lunga malattia. Era uno di quelli che non cercavano la ribalta a tutti i costi, ma che quando parlava — o recitava — lasciava il segno. Per tutti, resterà per sempre “Cesare de I Cesaroni”, volto sincero e verace della romanità più autentica.
Il pubblico lo ricorda con affetto non solo per le risate nella serie cult di Canale 5, ma anche per ruoli più cupi e intensi come Ciro Buffoni in “Romanzo Criminale” o le sue apparizioni in Suburra. Una carriera lunga e densa, fatta di teatro, cinema, tv e perfino di musica, con la storica “Romadinotte”, uno dei primi rap italiani.

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Dal teatro con Ronconi al tormentone “Che amarezza”
Attore, regista e sceneggiatore, Fassari aveva iniziato il suo viaggio nel mondo dello spettacolo diplomandosi all’Accademia Silvio D’Amico nel 1975. Da lì in poi, un continuo saltare tra i generi, tra palcoscenico e piccolo schermo, con la capacità di passare dal comico al drammatico senza perdere un grammo di credibilità.
Negli anni Ottanta si fa notare anche nel mondo della musica con “Romadinotte”, un brano pionieristico nel genere rap italiano. Ma è tra il 2006 e il 2014 che entra definitivamente nel cuore di milioni di italiani con il personaggio di Cesare, il fratello burbero ma dal cuore enorme nella serie “I Cesaroni”.
Indimenticabile il suo tormentone “Che amarezza”, che lui stesso definiva più una filosofia di vita che una battuta da copione. In un’intervista ricordava con orgoglio come quel personaggio, ispirato a un cinquantenne spagnolo “tirchio e vergine”, fosse stato costruito su misura per lui, col suo stile unico, fatto di ironia tagliente e umanità disarmante.
L’ultimo saluto di Claudio Amendola: “Sarai sempre mio fratello”
Tra i più colpiti dalla notizia, Claudio Amendola, compagno di set e amico di una vita, che non ha trattenuto l’emozione nel ricordarlo: «Sapevamo della malattia, ma non eravamo pronti. Per me è un pezzo di vita che se ne va. Mi aspetto che stia borbottando da qualche parte lassù».
Fassari non era solo un attore. Era un uomo con una visione, una voce fuori dal coro che riusciva a farti ridere, riflettere e commuoverti con la stessa naturalezza. Un artista completo, che ha sempre messo al centro l’umanità dei suoi personaggi, senza filtri e senza maschere. Che amarezza, Antonello. Ci mancherai davvero.