Antonio Mallamo, deus ex machina di Astral: da 11 anni al comando di una Spa (della Regione Lazio) senza consiglio di amministrazione

Antonio Mallamo
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Un deus ex machina, indispensabile per l’andamento della rete viaria regionale. Da ormai 11 anni a capo di Astral Spa, unico ente regionale (100% partecipata Regione Lazio) a non avere un organo di vertice collegiale, c’è Antonio Mallamo

La durata del suo incarico lo può ormai far paragonare a un “senatore a vita”, anche se l’attuale mansione scadrà nel 2025. Nel 2022, ultimo anno di cui è visibile attualmente il documento, l’azienda ha avuto un bilancio di 431 milioni di euro. Una cifra importante da gestire. Come le assunzioni da fare nell’arco di questo periodo. Che sono state parecchie, soprattutto se si guarda l’aspetto dirigenziale, come direttori e dirigenti.

Le riconferme

Ma andiamo a vedere alcuni numeri. Come fa l’ingegnere a restare in carica tutto questo tempo, praticamente dalla metà degli anni della stessa Astral, nata nel maggio del 2002 e che conta quindi 22 anni di vita? Presto detto. La durata dell’incarico è di 3 esercizi sociali, come scritto sul sito di Astral: Durata incarico: 3 (tre) esercizi sociali, con scadenza alla data dell’assemblea convocata per l’approvazione del bilancio relativo all’ultimo esercizio della carica. E l’ingegnere se li fa tutti. Un tempo lunghissimo, nonostante l’ANAC abbia valutato opportuno che le amministrazioni controllanti e vigilanti promuovano l’adozione di misure di rotazione anche per gli enti di diritto privato a controllo pubblico e gli enti pubblici economici, anche se non tenuti per legge all’applicazione della misura.

Mallamo viene nominato Amministratore Unico di Astral nel giugno del 2013 dalla Giunta Zingaretti. L’ex Governatore targato Pd è diventato il Presidente della Regione Lazio da appena tre mesi e ha riposto in Mallamo la sua fiducia. Che riconferma il 5 maggio 2016 e poi ancora il 24 giugno 2019, stavolta durante la Giunta Zingaretti bis, e infine il 13 luglio 2022. Alla faccia del principio della rotazione dei dirigenti prevista dalle norme anticorruzione. Ma forse non vale per le partecipate della Regione Lazio? Forse nelle aziende regionali non si creano le condizioni che portano che rendono necessario prendere le misure di rotazione anticorruzione?

Eppure in Astral Mallamo ha il potere, in quanto soggetto competente, di prendere le decisioni più importanti sotto il profilo economico/strategico o in termini di incidenza strutturale sulla gestione ovvero funzionali all’esercizio dell’attività di indirizzo e di controllo della Società, visto che non esiste il consiglio di amministrazione. Ma andiamo oltre.

I dubbi (del passato) del consigliere regionale

Nel 2018 qualcuno, dell’allora opposizione, fa qualche domanda. È l’allora consigliere Massimiliano Maselli, oggi assessore. Il 10 ottobre invia una lettera all’AD di Astral, chiedendo di far avere “l’elenco dettagliato degli incarichi esterni, di consulenza tecnica, amministrativa e legale che l’Azienda che lei presiede ha affidato nel periodo dal 1° gennaio 2018 fino alla data della presente nota, nonché l’indicazione di eventuali futuri incarichi di collaborazione che l’Azienda ha in animo di stipulare entro li prossimo 31 dicembre 2018.

Fermo restando che le suddette informazioni dovrebbero già essere oggetto di pubblicazione in apposita sezione del sito internet aziendale, ex art. 15 – bis del D. lgs. 14 marzo 2013, n. 33 (Decreto Trasparenza), l’istanza è motivata dalla necessità di disporre di un quadro quanto più esaustivo e aggiornato degli affidamenti effettuati e dell’incidenza del relativo costo sulla spesa regionale nel complessivo”.

Astral mai oggetto di un confronto alla luce del sole

Sempre Maselli un anno dopo, il 24 giugno 2019, scrive: “Apprendo che l’assessore regionale ai Lavori Pubblici e Mobilità Alessandri intervenendo all’ assemblea degli azionisti di Astral Spa  ha provveduto, oltre all’approvazione del bilancio, anche al rinnovo per scadenza degli organi sociali, conferendo un nuovo ulteriore mandato (il terzo consecutivo!) all’attuale Amministratore Unico. Verrebbe da chiedersi: per quale ragione la Giunta Zingaretti è stata cosi solerte nel prevedere un organo di vertice collegiale in tutti gli enti regionali, escludendo da questa scelta solo l’Astral? Ricordo, infatti, che Laziocrea, Cotral, Corecom, DiSCo e  le Ater hanno tutte un  Consiglio di amministrazione e che perfino gli Enti Parco sono guidati da un organo a tre membri.

Cosa spinge il Governatore e l’assessore Alessandri a privare l’Astral di un organo collegiale, che sarebbe particolarmente auspicabile in un ente che svolge il ruolo di stazione appaltante per conto della Regione Lazio, per favorire la scelta di un Amministratore Unico? In quali stanze si è svolto il dibattito politico sulla mission presente e futura di Astral? Quando e con chi si è discusso del ruolo della stessa in tema di mobilità e programmazione infrastrutturale? Perché tutto ciò che riguarda Astral non è mai oggetto di un confronto politico alla luce del sole? A queste domande qualcuno dovrebbe saper rispondere, anche se vorrei ricordare all’assessore Alessandri che la mancanza di un confronto politico non è un problema solo di Astral ma di tutto ciò che riguarda le infrastrutture e la mobilità. Tanto è vero che il centrodestra ha chiesto su quest’ultimo tema lo svolgimento di un consiglio straordinario”.

Prossimamente un’assemblea straordinaria?

Proprio ieri, mentre abbiamo provato a chiedere una battuta all’assessore su quanto dichiarato 5 anni fa (e su cui non si è espresso, dicendo che si tratta appunto di dichiarazioni del passato), si è svolta una assemblea ordinaria su Astral. Ma nulla è trapelato sul contenuto. L’indiscrezione è che – probabilmente – a breve ci sarà un’assemblea straordinaria sulla questione.

Questione che, a quanto pare, stanno sollevando in molti. Soprattutto per quanto riguarda le assunzioni che ci sono state nel 2022, quando il numero dei dipendenti è quasi triplicato rispetto al passato. E quando all’improvviso sono arrivati tre nuovi direttori e dodici dirigenti attraverso un concorso riservato solo agli interni Astral e alle società interamente partecipate della regione Lazio.

Dipendenti ex Atac? Le debolezze diventano una ricchezza

E infine una chicca, riportata dal giornale Affari Italiani. Una lettera surreale che l’Ad Mallamo ha scritto il 30 giugno 2022, per accogliere i 300 lavoratori ex Atac nell’azienda da lui diretta, attraverso il passaggio delle infrastrutture delle ferrovie ex concesse Roma-Lido e Roma-Viterbo. Nel suo “caloroso benvenuto nella nostra squadra agli ex Atac”, l’ingegnere ha calcato un po’ troppo la mano, scrivendo “Tutti noi ci arricchiremo delle loro esperienze, dei punti di forza e, soprattutto, delle loro debolezze”. Ma come delle debolezze? 

I colleghi di Affari Italiani, testata milanese, hanno colto l’occasione per ironizzare sui trasporti pubblici romani, che di debolezze ne hanno fin troppe. Un’altra occasione per farci prendere in giro. Ma qui c’è poco da scherzare…