Anzio, dopo l’incendio all’Eco Imballaggi allarme diossina nell’aria: valori 53 volte oltre il limite
E’ di 53 volte superiore ai valori la presenza di diossina nell’aria di Anzio, dopo l’incendio divampato lo scorso 14 luglio presso la società Eco Imballaggi al civico 3 di via della Spadellata, nella provincia di Roma.
Il dato è contenuto nell’ultimo rapporto dell’Arpa Lazio che ha eseguito i primi esami di campionamento dell’ambiente. Un monitoraggio che l’Agenzia Regionale Protezione Ambientale del Lazio effettua per valutare la qualità dell’aria a supporto degli enti locali e sanitari cui competono le valutazioni in merito ai possibili rischi per la salute e ai comportamenti da seguire.
Incendio Anzio, la diossina supera 53 volte il valore limite
Per quanto riguarda le diossine il valore che viene registrato risulta essere di 16 pg/m3, un valore che supera di ben 53 volte i limiti nonostante non esiste un riferimento normativo in aria ambiente. L’OMS (nel documento Air quality guidelines for Europe 2000), infatti, stima la concentrazioni di tossicità equivalente (TEQ) di diossine e furani in ambiente urbano pari a circa 0,1 pg/m3, anche se è elevata la variabilità da zona a zona, mentre concentrazioni superiori a 0,3 pg/m3 indicano la presenza di una fonte di emissione localizzata, ovvero significano che l’incendio ha effettivamente generato diossina.
In corso l’analisi su benzo(a)pirene
Dal monitoraggio della qualità dell’aria svolto il 14 luglio non emerge il dato degli Idrocarburi Policiclici Aromatici (IPA) normalmente rilevabili con il benzo(a)pirene. Dalla tabella di Arpa, infatti, si legge che il dato è “in corso di analisi” nonostante sia l’unico composto per il quale il d.lgs. n.155/2010 prevede un valore limite come concentrazione media annua pari a di 1 ng/m3; tuttavia tale limite, appunto in quanto media annua, non è direttamente confrontabile con i valori misurati in occasione di incendi, e viene riportato solo come riferimento informativo.
Policlorobifenili pari a 1430 pg/m3
Passando ai Policlorobifenili (PCB), invece, il dato dei campioni di monitoraggio è pari a 1430 pg/m3 ma come nel caso delle diossine, non esistono limiti normativi. Il già citato documento OMS indica che le misure di concentrazioni in area ambiente danno risultati estremamente variabili oscillanti tra 3 pg/m3 (in siti non industriali) e 3.000 pg/m3 (in siti industriali o aree urbane).
Diossina, con un tasso molto elevato
Dall’analisi, quindi, del primo campionamento emerge un tasso molto elevato di diossina dovuto in primis alla grande quantità di rifiuti che sono stati distrutti dalle fiamme durante il rogo. All’interno del sito di stoccaggio, infatti, c’era legna, ma soprattutto plastica. La diossina viene sprigionata in primis dalla plastica, che bruciando, crea quella sorta di reazione che lascia nell’aria sostanze tossiche.
Monitoraggi dell’Arpa anche nei prossimi giorni
Ma i monitoraggi dell’Arpa continueranno nei prossimi giorni: “In relazione all’incendio che si è verificato in data tra il 14 e il 15 luglio, nella zona di Padiglione – fa sapere l’Arpa Lazio in una nota – è stato effettuato il monitoraggio della qualità dell’aria a supporto degli enti locali e sanitari cui competono le valutazioni in merito ai possibili rischi per la salute e ai comportamenti da seguire. A questo fine, il personale dell’Agenzia ha installato un campionatore ad alto volume, strumento necessario per verificare l’eventuale presenza in aria di sostanze inquinanti come idrocarburi policiclici aromatici, PCB e diossine, a poca distanza dall’area interessata dall’incendio. Le analisi saranno ripetute fino al rientro nei limiti degli agenti inquinanti.