Anzio e Nettuno, 8 amministratori incandidabili: arriva il “repulisti” antimafia

Manifestazione no mafia Anzio
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Incandidabili. Dopo un anno e mezzo di attesa, il Tribunale civile di Velletri ha reso pubblica una sentenza destinata a far discutere: otto ex amministratori comunali di Anzio e Nettuno sono stati dichiarati incandidabili per due tornate elettorali consecutive. Un verdetto che affonda le radici nell’inchiesta Tritone, la stessa che portò allo scioglimento dei consigli comunali per infiltrazioni mafiose, anche se nessuno degli interessati risulta indagato penalmente.

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Chi sono gli incandidabili

La sentenza ha colpito duramente l’ex sindaco di Anzio, Candido De Angelis, e tre suoi ex assessori: Giuseppe RanucciWalter Di Carlo e Danilo Fontana, quest’ultimo deceduto nel frattempo. A Nettuno, invece, la decisione ha coinvolto l’ex primo cittadino Alessandro Coppola, l’ex assessore Maddalena Noce e i consiglieri comunali Luca Ranucci e Lucia De Zuani.

Questa decisione arriva come una conseguenza diretta dello scioglimento dei consigli comunali, un evento che ha scosso profondamente entrambe le città del litorale laziale, lasciando un’eredità di sfiducia e richieste di cambiamento.

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“Una macchia sul mio nome”: le reazioni degli ex amministratori

Non tutti gli ex amministratori accettano la sentenza senza riserve. Luca Ranucci, ad esempio, ha dichiarato: “Io con la politica ho chiuso, ma presenterò comunque ricorso. Trovo questa sentenza assurda e non voglio che resti una macchia sul mio nome”. Una posizione che riflette il desiderio di difendere la propria reputazione, nonostante la decisione non attribuisca alcuna responsabilità penale agli interessati.

La soddisfazione delle associazioni antimafia

Mentre gli ex amministratori incassano il colpo, il verdetto è stato accolto con entusiasmo da associazioni come Rete NoBavaglio e il Coordinamento Antimafia Anzio-Nettuno. Secondo queste realtà, la sentenza rappresenta un passo avanti nella battaglia per liberare la politica locale dalle pressioni mafiose.

“Questa decisione restituisce dignità ai cittadini, troppo a lungo privati di amministrazioni trasparenti e responsabili”, hanno dichiarato congiuntamente le associazioni, sottolineando come la politica locale debba diventare impermeabile alle infiltrazioni della criminalità organizzata.

Un verdetto senza precedenti

La sentenza del Tribunale non solo sancisce un’incandidabilità che peserà sul futuro politico degli otto ex amministratori, ma lancia anche un messaggio chiaro: le istituzioni locali devono essere rigenerate.

Questo verdetto mette in luce una responsabilità politica precisa: l’incapacità di prevenire il condizionamento delle amministrazioni da parte della criminalità organizzata. Non c’è spazio per la superficialità, soprattutto in territori così delicati.

Le comunità di Anzio e Nettuno guardano ora al futuro con la speranza di una politica etica e trasparente, dove gli interessi dei cittadini tornino finalmente al centro delle decisioni.