Anzio, il miracolo della vita al Pronto Soccorso: 22enne dà alla luce la sua bambina nella Sala Rossa
Sapeva di stare quasi agli sgoccioli e che avrebbe presto partorito. Ma non si aspettava, forse, di farlo nella Sala Rossa del Pronto Soccorso di Anzio, che ha fatto da ‘sfondo’ al miracolo della vita. Una ragazza di 22 anni è diventata mamma lì, ha dato alla luce la sua bambina sana e senza complicazioni grazie al grande lavoro di squadra. Una storia di buona sanità che arriva dal litorale romano, una di quelle storie che fanno bene al cuore e che vanno raccontate perché sanno di umanità, empatia. E di professionalità, nonostante le difficoltà.
Il miracolo della vita ad Anzio
La giovane mamma aveva effettuato un controllo all’ospedale di Aprilia e lì le era stato detto che c’era ancora tempo, doveva aspettare per partorire perché aveva una dilatazione di soli 2 cm. Ma tutto è imprevedibile, cambia di minuto in minuto. E così nella notte, con un’ambulanza, è arrivata al Pronto Soccorso degli Ospedali Riuniti di Anzio e Nettuno: troppo forti i dolori, la 22enne era certa che il momento del parto si stesse avvicinando. E non sbagliava perché quelle contrazioni erano sempre più ravvicinate.
“Gli operatori del 118 hanno rapidamente valutato la situazione rendendosi conto che non c’era tempo da perdere. Con grande professionalità hanno deciso di trasportarla al Pronto Soccorso di Anzio, l’ospedale più vicino, per garantire la massima sicurezza a lei e alla sua bambina. Una scelta che si è rivelata salvifica altrimenti avrebbero potuto verificarsi complicazioni anche gravi” – hanno spiegato dalla Asl Roma 6. La 22enne, quindi, è arrivata in Pronto Soccorso e qui il personale ha appurato che la dilatazione era completa e la testa della bambina era lì, pronta per uscire. “Non c’era un minuto da perdere. Senza il supporto dei reparti di ginecologia e pediatria, chiusi in quell’ospedale, il personale del Pronto Soccorso ha dovuto far fronte a un’emergenza inaspettata”. Un lavoro di squadra, che è ben riuscito.
Il lavoro di squadra
Così, in Sala Rossa, che è il cuore pulsante dell’emergenza, due infermiere si sono subito messe al lavoro. Una accanto alla mamma, l’altra sulla piccola che stava per nascere. “Con mani esperte e cuori impavidi, hanno assistito la giovane donna nel travaglio, mentre il medico presente monitorava attentamente la situazione. È stato un momento di pura adrenalina e tensione, ma anche di speranza e di vita” – hanno spiegato. La piccola, all’alba, è venuta al mondo e con il suo pianto ha riempito la sala. Fortunatamente era sana, stava bene.
“Subito dopo, è stata adagiata sul petto della sua mamma, attaccandosi al seno in un gesto naturale e rassicurante. Era il segno che tutto era andato per il meglio, che la vita aveva trionfato grazie alla dedizione e alla professionalità di tutto il personale coinvolto”. Perché, come ha spiegato la dottoressa Grilli, coordinatrice del personale, “quando si lavora in squadra, non c’è sfida che non si possa affrontare”.
Un esempio di buona sanità da Anzio
“Questa storia di buona sanità è un esempio luminoso – hanno dichiarato dalla direzione strategica della Asl Roma 6 – di come la competenza e l’empatia possano trasformare un’emergenza in un lieto evento. In un contesto in cui troppo spesso si parla di malasanità, è doveroso celebrare le eccellenze e riconoscere il valore di chi, giorno dopo giorno, si impegna a salvare vite con professionalità e dedizione”.
Perché è vero, non ci sono solo casi di malasanità. E per fortuna. Questa volta ha trionfato la vita: un’altra bambina si è affacciata al mondo. E lo ha potuto fare grazie al lavoro di squadra di professionisti, che non si sono certo tirati indietro. Loro che hanno affrontato l’emergenza uniti e con un solo obiettivo: far partorire quella giovane mamma e farle vivere l’esperienza più bella nel modo più sereno possibile. Ci sono riusciti.