Aprilia, inchiesta “Assedio”: il 10 giugno inizia il processo per l’ex Sindaco Principi e gli altri 19 imputati

L’inchiesta “Assedio”, che lo scorso 3 luglio aveva sconvolto la città di Aprilia con un’imponente operazione della Direzione Distrettuale Antimafia, giunge ora alla fase cruciale del processo. Il giudice per le indagini preliminari Francesco Patrone ha accolto la richiesta dei pubblici ministeri Francesco Cascini e Luigia Spinelli, fissando l’inizio del processo per martedì 10 giugno 2025, alle ore 9, presso il Tribunale di Latina, in piazza Buozzi.
Tra i principali imputati figura Lanfranco Principi, ex sindaco di Aprilia, ancora agli arresti domiciliari, accusato di essere tra i protagonisti di una rete di attività illecite che aveva radicato la sua presenza nel territorio. Insieme a lui, dovranno comparire in aula altre 19 persone coinvolte nell’operazione, tra cui Luca de Luca, l’imprenditore Marco Antolini, e altre persone legate a diverse attività illegali, tra cui usura, estorsioni e traffico di stupefacenti.

L’elenco degli imputati comprende anche nomi come Ivan Casentini, Luigi Morra, Antonino Ziino, Nabil Salami, Yesenia Forniti, Roberto Venditti, e ancora personaggi legati alla criminalità organizzata calabrese come Sergio Gangemi. Altri individui noti come Simone Amarilli, Massimo Picone e Gianluca Vinci, sono anch’essi chiamati a rispondere delle accuse.
Il processo si svolgerà anche in assenza di alcuni imputati che non si presenteranno in aula, tra cui il boss Patrizio Forniti, ancora ricercato, e altri due soggetti di spicco, Maurizio Dei Giudici e Antonio Morra, per i quali l’inchiesta prosegue separatamente. Gli elementi di prova contro gli accusati sono numerosi: intercettazioni telefoniche, ambientali e telematiche, perquisizioni e sequestri, nonché le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia Agostino Riccardo, Renato Pugliese e Andrea Pradissitto.
L’operazione “Assedio” ha portato alla luce una “mafia autoctona”, radicata in maniera indipendente nel territorio di Aprilia. La Corte di Cassazione ha recentemente confermato l’esistenza di un’associazione mafiosa autonoma operante nella zona, capace di operare con diversi canali di finanziamento, tra cui il traffico di stupefacenti, l’usura e le estorsioni. La Dia di Roma, in un’analisi conclusiva, ha sottolineato l’importanza del procedimento, definendo la struttura mafiosa come dotata di una forte capacità di controllo e infiltrazione nelle dinamiche economiche e sociali locali.
Il 10 giugno prossimo, il processo entrerà nel vivo e gli imputati dovranno rispondere delle gravi accuse a loro carico, in quello che si preannuncia come uno dei procedimenti più significativi nella lotta alla criminalità organizzata nella provincia di Latina.