Ardea, ancora roghi tossici alle Salzare: ma cosa c’è dietro?

Incendio Salzare 29 Luglio
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706 ettari di problemi. Le Salzare, ad Ardea, continuano a bruciare. L’ultimo incendio questa mattina. Ennesimo rogo tossico, con pneumatici, pezzi di automobili rubate, vernici, rifiuti di varia natura e, ovviamente sterpaglie a fuoco. La colonna di fumo, partita anche stavolta dalla zona di via dei Monti di Santa Lucia, era visibile fino al mare. E l’aria era maleodorante per diversi chilometri.

Ma cosa c’è dietro tutti questi incendi, che sono ormai quasi quotidiani? Discariche a cielo aperto, con i cosiddetti “svuota cantine” che vengono a scaricare illecitamente i loro camioncini carichi con più e più viaggi, indisturbati. Chi osa vedere viene minacciato di morte. Qualcun altro, invece, fa finta di non vedere per quieto vivere.

Il traffico di rifiuti

Il traffico di rifiuti non è solo “svuota cantine”. Qui vengono portate anche auto rubate e cannibalizzate, oltre a altri rifiuti che costerebbe smaltire in modo adeguato. Un traffico gestito da varie persone: a spartirselo ci sono sia camminanti siciliani che i rom provenienti dai campi della Capitale. Ci sono sia italiani che criminali provenienti dall’est Europa. A testimoniarlo gli arresti, come quelli fatti una decina di giorni fa dai carabinieri, che hanno colto sul fatto due persone mentre scaricavano rifiuti.

E poi, quando ce ne sono troppi, si dà fuoco. E si risolve il problema dello spazio. Così si può ricominciare da capo. Solo che nel frattempo si avvelena la gente, contaminando aria e suolo, e di conseguenza le falde acquifere.

Chi ha venduto questi terreni?

Poco meno di due mesi fa da questa zona sono stati effettuati alcuni sgomberi. 11 case, tutte abitate da camminanti siciliani. Ma chi ha venduto le case a questa gente? Perché non si è mai scavato a fondo per vedere chi, nel tempo, ha costruito, venduto, dato in affitto e lucrato su questi posti, dove non si sarebbe mai potuto far altro che coltivare la terra.

I 706 ettari di proprietà del demanio sono affidati al Comune di Ardea. Dagli anni ’70 dello scorso secolo tutti hanno costruito senza che nessuno dicesse o facesse nulla per impedirlo. E, di seguito, i figli e i nipoti di queste persone che hanno costruito abusivamente, hanno venduto. Ma qualcuno si è mai chiesto chi fossero i “costruttori”? Che legami abbiano con il territorio? Perché in tutti questi anni non è mai stato fatto niente per combattere l’abusivismo e solo adesso che le case sono abitate dai camminanti sono state abbattute? Solo dopo che le hanno pagate a qualcuno? Perché non prima? E perché non tutte, quando lì è tutto abusivo?

La rabbia dei cittadini regolari

Da anni al Comune arrivano denunce, proteste e interrogazioni per chiedere chiarezza e per tutelare la salute. I roghi tossici, infatti, stanno minando la salute dei cittadini di Ardea e di Tor San Lorenzo. Ma nulla – se non chiacchiere e promesse – è stato fatto. Anzi, ora si parla di regolarizzazione, per salvare le attività del territorio. Quindi per normalizzare l’abusivismo, che essendosi radicalizzato è diventato “regolare”.

Il rogo di oggi

Intanto anche oggi Ardea, alle Salzare, brucia. E lo farà ancora, molto probabilmente, nei prossimi giorni. Perché c’è quantomeno dell’imbarazzo che viene dal passato, quando a costruire erano stati anche i politici del tempo. O parenti di politici attuali.

I vigili del fuoco stanno spegnendo le fiamme. Le polemiche, invece, difficilmente potranno essere sedate in poche ore.

Incendio Salzare 29 Luglio
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