Ardea, investe una donna, la uccide e scappa: arrestato 30enne egiziano
Ha finalmente un nome e un volto, il pirata della strada che la mattina del 10 giugno ha investito e ucciso Anna Todaro, la donna di 84 anni che stava attraversano il sul Lungomare degli Ardeatini, ad Ardea, all’altezza del civico 370 poco dopo le 5 del mattino.
I Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile di Anzio, infatti, insieme ai Carabinieri della Tenenza di Ardea, oggi hanno eseguito un’ordinanza che dispone la custodia cautelare in carcere nei confronti di un 30enne egiziano. L’uomo è indiziato del reato di omicidio stradale e omissione di soccorso. L’accusa è di non essersi fermato dopo aver investito l’anziana, ma di essere fuggito, lasciandola lì, sull’asfalto, quando ancora era buio, in prossimità delle strisce pedonali, dopo un volo sull’asfalto di circa 10 metri.
La caccia al pirata della strada
Subito dopo l’incidente sul posto erano arrivati i soccorsi, con i Carabinieri che avevano avviato le indagini, in seguito alle quali è stato possibile ricostruire l’esatta dinamica del sinistro. I militari sul posto avevano infatti trovato lo specchietto retrovisore e altri pezzi di scocca dell’auto che aveva investito l’84enne. Avevano quindi identificato l’auto, una Peugeot.
Grazie ai video delle telecamere di videosorveglianza della zona, i carabinieri sono riusciti a identificare – e poi ad ascoltare – alcuni testimoni dell’incidente, che hanno fornito elementi utili per arrivare all’identità del pirata della strada.
L’identificazione del 30enne
Intanto l’uomo, per cercare di sviare i sospetti da lui, nella serata dello stesso giorno era andato nella caserma della Stazione Carabinieri di Torvaianica, per denunciare un incidente stradale con una persona sconosciuta. Questo per giustificare i segni nella sua auto. Ma i militari, insospettiti, hanno sequestrato il telefono dell’uomo.
Sommando le testimonianze ai video e ai resti trovati sul posto, i militari sono riusciti a capire che il giovane che la sera del 10 giugno era andato a denunciare l’incidente – inventato – era in realtà l’investitore di Anna Todaro. Raccolti quindi i gravi indizi di colpevolezza nei suoi confronti, la Procura della Repubblica ha richiesto ed ottenuto la misura cautelare nei confronti del 30enne, che è stato arrestato e condotto presso il carcere di Velletri.