Ardea, permessi di soggiorno facili in cambio di soldi: arrestata dipendente comunale

Comune di Ardea

Avevano messo in piedi un bel giro di immigrazione clandestina. Ognuno aveva un proprio ruolo ben definito: sapeva come agire, quando farlo e soprattutto come per non farsi scoprire. C’è chi teneva in piedi quel sodalizio, ben solido su tutto il litorale romano, chi forte dei contatti era in grado di regolarizzare gli immigrati, che non avevano nessun diritto per stare in Italia. Da una parte un’organizzazione che vedeva a capo persone di nazionalità indiana e con proiezione ad Ardea, Anzio e Nettuno, dall’altra anche una dipendente pubblica di Ardea, che avrebbe agevolato tutte le pratiche. Ovviamente a un costo.

Immigrazione clandestina ad Ardea (e non solo)

Tutto aveva base ad Ardea: era lì, sul litorale, che ‘partivano’ i permessi di soggiorno. Un giro di immigrazione clandestina scoperto e smantellato dalle Fiamme Gialle della Compagnia di Pomezia, che hanno ricostruito, tassello dopo tassello, quello che accadeva. E come accadeva. Tra ruoli e modus operandi di un sodalizio che vedeva a capo soggetti di nazionalità indiana e con proiezione ad Ardea, Anzio e Nettuno. Un sodalizio, ben solido che, grazie alla collaborazione di una funzionaria del Comune di Ardea e ai contatti procurati da una rete di procacciatori, aveva fatto regolarizzare sul territorio nazionale oltre 500 extracomunitari.

Si preparava la documentazione, poi si avviava la procedura amministrativa con tanto di pacchetti personalizzati ‘chiavi in mano’. Con le tariffe che oscillavano dai 300 a 5000 euro, a seconda della richiesta da avanzare agli uffici pubblici. C’è chi, quindi, agevolava le pratiche, forte della sua posizione. E chi, ovviamente, guadagnava da questo. Perché nulla si faceva gratis, tutto aveva un costo.

Gli arresti

Cinque, in totale, le persone arrestate dalle Fiamme Gialle di Roma: tre in carcere, due ai domiciliari. Loro, compresa la funzionaria del comune di Ardea, sono accusati a vario titolo delle ipotesi di reato di favoreggiamento all’immigrazione clandestina, corruzione e traffico e spaccio di sostanze stupefacenti. Sì, perché avrebbero fornito di droga anche gli immigrati che lavorano nei campi dell’Agro Pontino. Sostanza stupefacente che, come emerso dagli approfondimenti, avrebbe dovuto ‘alleviare’ le loro fatiche. E così, via con l’oppio.

Ad Ardea già se ne parlava da tempo

Ad Ardea, nei corridoi del Comune e fuori, se ne parlava da anni, sin dai tempi della vecchia amministrazione. Tutti si chiedevano, quasi ironicamente, come mai fosse così alto il numero di stranieri che arrivavano fino ad Ardea a richiedere i documenti. E la risposta finalmente è arrivata: lì ottenerli era facile. Bastava pagare e avere in fretta il permesso di soggiorno. La Finanza, infatti, ha scoperto e smantellato un giro di immigrazione clandestina, ben ‘solido’ su tutto il litorale romano.