Ardea, s’appropria di un pezzo di spiaggia e dune per 8 anni: ora arriva la batosta del Tar
Ha pensato bene di usare un terreno demaniale – spiaggia compresa – come se fosse suo, recintandolo e non consentendo a nessuno di utilizzarlo per 8 anni. Ma ora per un privato cittadino di Ardea, il signor P.F., è arrivata la resa dei conti. L’uomo si è appropriato di un ampio pezzo di terreno, circa mille e trecento metri quadrati, l’unico tra l’altro non lottizzato della zona, che include spiaggia, dune e strade poderali per circa 8 anni. L’ha recintato e l’ha utilizzato come fosse il suo per tutto questo lungo arco di tempo. Il terreno è situato a due passi da noti stabilimenti balneari e da un frequentatissimo supermercato attivo nella frazione di Tor San Lorenzo.
Quando, nel 2017, al signor P.F. è stata notificata l’ordinanza comunale del comune di Ardea che gli imponeva l’abbattimento della recinzione, con pali e rete metallica, con cui lo aveva ‘protetto’, si è opposto fermamente anche in sede giudiziaria. Il suo ricorso al Tar del Lazio del 2018 parla chiaro. A livello difensivo, anche il suo avvocato ha tentato di difendere il suo cliente in modo infaticabile, utilizzando vari ‘artifici‘ giuridici. Ma i loro sforzi sono stati del tutto vani.
Di chi è veramente il terreno
Ora, dopo 8 lunghi anni, dovrà rimuovere l’intera recinzione, paletti e rete inclusa, e restituire quel terreno alla comunità di Ardea. Così ha stabilito la sezione Seconda Quater del Tar del Lazio con sentenza n. 11349 del 3 giugno.
Salvo un ulteriore ricorso al Consiglio di Stato, secondo ed ultimo grado della Giustizia Amministrativa, quel terreno tornerà pubblico, a disposizione dei cittadini.
Cominciamo col dire che il terreno in parola è, almeno in parte, di proprietà del comune di Ardea, ma in parte anche di una società privata a cui era stato sottratto illegittimamente, almeno secondo i giudizi amministrativi del Tar del Lazio, ossia del Tribunale Amministrativo della regione Lazio.
La condanna del Tar
Si tratta di circa 1350 metri quadrati situati, in particolare, all’interno dell’area che nella nostra foto abbiamo contornato di giallo. “Il Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio (Sezione Seconda Quater) – scrivono i giudici – definitivamente pronunciando sul ricorso, lo respinge.
Condanna la parte ricorrente a rifondere le spese processuali sostenute dalla parte resistente e da quella controinteressata, liquidate in € 1.500,00 per ciascuna di esse, oltre accessori dovuti come per legge. Ordina che la presente sentenza sia eseguita dall’autorità amministrativa“.