Ariccia, 4 codici rossi contro la mamma (che scappa di casa), poi minacce alla zia: arrestato 25enne
Ariccia, una vicenda davvero spiacevole ha scosso la comunità ariccina e sollevato interrogativi sulla gestione dei casi di disagio psichico. Un giovane di 25 anni di Ariccia è stato arrestato dai Carabinieri dopo una serie di gravi episodi che hanno coinvolto la sua famiglia e la comunità circostante: il nostro giornale si era occupato della vicenda di recente. La madre del giovane, esasperata da continue minacce e comportamenti violenti del figlio, era stata costretta a lasciare la casa popolare dove viveva fino a poco tempo fa ed a rifugiarsi dai propri parenti. Poco dopo, anche una zia del ragazzo è finita nel mirino delle sue intimidazioni, spingendo le autorità ad agire. Madre e figlio vivevano fino a qualche settimana fa in una casa popolare situata proprio davanti al Noc, il Nuovo Ospedale dei Castelli Romani, sulla via Nettunense snc, con il portone d’ingresso dello stabile popolare situato proprio accanto ad un asilo nido molto noto ad Ariccia ed ai Castelli Romani.
Ariccia, 4 codici rossi contro la mamma (che scappa di casa)
Il giovane, che ora si trova nel carcere di Velletri, non è un criminale, ma solo una persona con evidenti problemi di salute mentale. Gli episodi che lo hanno portato all’arresto, certo, hanno destabilizzato la famiglia, ma hanno avuto ripercussioni anche sul quartiere.
Il ragazzo, come anzidetto, avrebbe minacciato in modo grave la stessa madre tanto da spingere la Procura ad emettere ben 4 codici rossi consecutivi. Inoltre, il 25enne avrebbe anche arrecato danni all’immobile comunale e all’ingresso dell’asilo nido vicino, preoccupando i genitori e i nonni, ma anche il personale scolastico dei bambini frequentatori della struttura.
La mamma rischia di essere sfrattata dal Comune di Ariccia: ma perchè?
Inoltre, la madre, che con sacrifici pagava regolarmente l’affitto dell’alloggio, rischia ora di perdere la casa, aggravando ulteriormente una situazione già critica. Gli atti vandalici e le tensioni hanno messo in evidenza le difficoltà di una famiglia alle prese con problematiche complesse, che richiederebbero un intervento strutturato da parte delle autorità sanitarie e sociali. Ma a questa situazione, forse, non si pone soluzione con il ‘semplice‘ carcere.
Il carcere è una soluzione adeguata per questo giovane ariccino?
Il carcere, in questo caso, non sembra rappresentare una soluzione adeguata. Se da un lato, il carcere garantisce una momentanea sicurezza per le vittime, dall’altro non offre il supporto necessario per affrontare le cause profonde del disagio del giovane 25enne. Oltreché della sua stessa famiglia, che ha a cuore il suo futuro e la sua sicurezza. La comunità si interroga su quale struttura sanitaria potrebbe prendersi carico del ragazzo, fornendogli cure mediche e assistenza adeguata.
Speriamo le autorità amministrative e sanitarie di Ariccia lo prendano in cura
Questo caso accende i riflettori su una questione più ampia. Come gestire situazioni in cui disagio psichico e contesti di fragilità familiare si intrecciano, creando una spirale di violenza e abbandono. L’urgenza di un intervento coordinato tra istituzioni sanitarie, sociali e giudiziarie è evidente. La speranza è che le autorità possano individuare rapidamente un percorso alternativo al carcere. Un percorso che permetta al giovane di ricevere l’aiuto necessario e alla famiglia di tornare a una vita serena. Nel frattempo, il quartiere resta scosso e in attesa di risposte. Consapevole che la vicenda non riguarda solo una famiglia in difficoltà. Ma un ‘sistema‘ che fatica a offrire soluzioni tempestive e adeguate per i più vulnerabili.