Ariccia, donna costretta a scappare dal figlio violento, rischia di perdere anche la casa popolare

A sinistra la sede del Comune di Ariccia, a destra la casa popolare in zona Fontana di Papa, a due passi dall'ospedale dei Castelli Romani

Ariccia, una donna, la signora R.C., è stata costretta a lasciare l’alloggio popolare in cui vive da 13 anni, ossia dal 2011, a seguito di regolare assegnazione, per scappare dal figlio violento. Una situazione certificata da due atti giudiziari che il Nuovo 7 Colli ha potuto visionare. Il figlio della signora, classe 1999, è stato sottoposto, infine, ad un decreto giudiziario che gli impone il divieto di avvicinamento alla madre. Una conseguenza diretta dei suoi comportamenti violenti contro di essa. Sono stati emessi, difatti, ben quattro codici rossi contro di lui. Dopo il quarto codice rosso è stata emessa, infine, la misura restrittiva per gravi minacce di morte contro la madre. Ma nonostante tutto questo, ora la signora – scappata temporaneamente a Viterbo da una parente – rischia anche di perdere l’assegnazione dell’alloggio popolare in cui vive.

Ariccia, donna costretta a scappare dal figlio violento

Il Comune di Ariccia, difatti, in una lettera a dir poco incredibile che gli è stata recapitata lo scorso 23 ottobre, chiede di poter entrare nell’immobile (in cui vive, al momento, solo il figlio) entro e non oltre 15 giorni, quindi entro i primi giorni di novembre, per verificare lo stato dello stesso. La signora dovrà anche garantire che l’immobile non venga e non sia stato in alcun modo lesionato. In mancanza, la signora dovrà ‘rilasciare – così si legge tra le carte – l’immobile stesso”. E ne perderà la titolarità, con assegnazione ad altri soggetti in lista di attesa.

Rischia di perdere anche la casa popolare

Una vicenda a dir poco incredibile che rischia di costare, alla povera signora, una doppia beffa. La prima: l’allontamentamento del figlio. La seconda: la perdita dell’unico e solo immobile in cui vive e da cui è scappata, in via temporanea. Per non rischiare di venir di nuovo picchiata in modo violento. “La signora – ci spiega il consigliere comunale, Enrico Indiati – paga regolarmente l’affitto. A differenza di altri morosi da anni che non vengono sfrattati impedendo agli aventi diritto in lista di attesa di subentrare.

Non si tratta di una occupazione abusiva. Quindi mi chiedo – e chiedo alle istituzioni comunali – come sia possibile che ora la signora rischi di perdere anche la casa in cui vive? Come possono, le istituzioni comunali, essere così insensibili ai problemi di una donna che ha subito violenze domestiche? Oltreché minacce di morte. Dovendo nascondersi in una località segreta. Che, tra l’altro, sono anche certificati da atti giudiziari recenti e inequivocabili? Come è possibile che non sia stato messo in campo nessuno strumento per permettere alla donna di rientrare nella sua abitazione in sicurezza? Mi batterò affinché la signora venga tutelata a dovere, anche dall’Ente comunale”.