Arrestato per riciclaggio di auto verso est Europa terrorista islamico con mandato di cattura internazionale

Arrestato

Arrestato un cittadino tagico S. I. (32 anni), membro attivo di un network europeo riconducibile all’organizzazione terroristica convenzionalmente denominata “Stato Islamico dell’Iraq e del Levante – Provincia di Khorasan (ISIL-KP o ISKP)“, per concorso nel riciclaggio di autovetture e possesso e fabbricazione di documenti di identificazione falsi valido per l’espatrio.

Nel carcere di Terni in esecuzione del mandato di arresto internazionale

Lo straniero è attualmente ristretto presso la Casa Circondariale di Terni, in attesa di estradizione per il Tagikistan, a seguito dell’esecuzione del mandato di arresto internazionale, emesso il 16.04.2018 dal Giudice di Rudaki per il reato di “attività di mercenariato“, previsto dall’art. 401 del Codice Penale tagiko e punito con la pena massima di 12 anni di reclusione, essendosi unito nel 2014 alle fila dell’organizzazione terroristica “stato islamico“, sul territorio della Siria, dove ha preso parte alle ostilità contro le forze governative.

Dall’analisi dei contenuti del materiale sequestrato all’indagato, al momento del suo arresto avvenuto l’8 aprile scorso, è emerso con chiarezza che lo straniero è coinvolto, unitamente ad altri soggetti attestati in Italia e all’estero in attività di riciclaggio di veicoli di lusso da trasferire verso l’est Europa, asportati o illecitamente acquisiti in Italia.

All’interno del dispositivo sono stati rinvenuti complessivamente n. 19400 file relativi ad immagini di veicoli, raccolti nella categoria denominata “Key Evidence – Vehicles” – alcuni dei quali associabili a specifiche chat, dato che è obiettivamente indicativo del volume degli affari illeciti gestiti dall’indagato e dagli altri soggetti.

Sono stati individuati n. 17 veicoli, tutti segnalati nella banca dati interforze, in Italia e all’estero, per furto o appropriazione indebita, dei quali sono state ricostruite le singole vicende relative alla loro esportazione illecita nei paesi dell’est Europa.

Allo stesso è stato inoltre contestato di aver fatto uso, per viaggiare in Italia e all’estero, di un passaporto rilasciato dalle Autorità ucraine,  con false generalità, nonostante la sua identità sia stata accertata tramite le Autorità del Tagikistan.

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